Il megaporto finanziato dalla Cina in Perù
Servirà a potenziare i rapporti commerciali del paese con l'America Latina, viste le tensioni con Stati Uniti e Unione Europea
Giovedì il presidente cinese Xi Jinping e quella peruviana Dina Boluarte hanno inaugurato un enorme porto nella città di Chancay, una piccola città poco a nord della capitale Lima. L’infrastruttura è stata finanziata con 1,3 miliardi di dollari dalla Cina, con l’obiettivo di agevolare il commercio diretto con l’America Latina tramite l’oceano Pacifico: Xi e Boluarte hanno anche firmato l’estensione dell’accordo di libero scambio tra i due paesi.
Il porto occupa una superficie di circa 9,2 chilometri quadrati, e comprende anche un tunnel sotterraneo lungo quasi due chilometri: per dare un’idea delle dimensioni, il porto più grande d’Europa, quello di Rotterdam, è grande circa un terzo. Secondo Xi, a regime, il porto porterà ricavi per 4,5 miliardi di dollari all’anno, creerà 8mila posti di lavoro e ridurrà i costi logistici tra Perù e Cina del 20 per cento. La prima nave partirà la prossima settimana con un carico di frutta peruviana diretto in Cina.
Il progetto fa parte della cosiddetta “Belt and Road Initiative”, il grande e controverso piano cinese di investimenti in infrastrutture in tutto il mondo noto anche come “Nuova Via della Seta”: ne faceva parte anche l’Italia, che ne è uscita lo scorso anno.
Il porto è molto importante per la Cina, che da tempo ha aumentato le sue importazioni di cibo e materie prime dall’America Latina. Darà soprattutto accesso al Brasile, dove è prevista la costruzione di una nuova linea ferroviaria per trasportare al porto le merci brasiliane, come semi di soia e metalli.
L’apertura del porto è un ulteriore segnale del crescente interesse della Cina in una regione ricca di materie prime come l’America Latina, vista anche come opportunità alternativa di sviluppo in un momento in cui i rapporti commerciali con le altre zone del mondo sono sempre più complicati. Con gli Stati Uniti da tempo è in corso una guerra commerciale e tecnologica, che con ogni probabilità diventerà ancora più intensa con l’insediamento del neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Anche con l’Unione Europea i rapporti commerciali non sono ottimi, dopo l’imposizione di dazi sulle auto elettriche cinesi da parte della Commissione Europea.
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