Un ex generale serbo bosniaco ha ammesso di aver incoraggiato il genocidio di Srebrenica
L’ex generale serbo bosniaco Radislav Krstić ha confessato di aver «aiutato e incoraggiato il genocidio» di Srebrenica, città bosniaca che nel 1995 fu il luogo in cui le forze militari serbo-bosniache organizzarono l’uccisione di oltre 8mila musulmani bosniaci: è considerato uno degli stermini più violenti avvenuti dopo la Seconda guerra mondiale. Krstić è stato il primo imputato a essere condannato per genocidio dal tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia: nel 2001 fu condannato a 46 anni di carcere, e poi la pena fu ridotta in appello a 35.
La confessione è stata fatta in un documento scritto per richiedere la scarcerazione anticipata dopo oltre vent’anni di reclusione in varie prigioni europee, e sta facendo discutere perché Krstić ha usato il termine genocidio per riferirsi ai fatti a cui ha preso parte, un preciso termine giuridico che la Serbia e i rappresentati serbi al governo in Bosnia Erzegovina si rifiutano di usare.
Il massacro di Srebrenica è stato riconosciuto come un atto di genocidio da una sentenza della Corte di Giustizia Internazionale nel 2007, e da diverse altre sentenze di tribunali internazionali nel corso degli anni.
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