Il partito del presidente ha vinto le elezioni parlamentari in Sri Lanka
È di ispirazione marxista, è passato da 3 a più di 150 seggi in parlamento
Le elezioni parlamentari che si sono tenute giovedì in Sri Lanka sono state vinte nettamente dal partito di Anura Kumara Dissanayake, il nuovo presidente eletto a fine settembre e considerato il più a sinistra della storia del paese. Prima delle elezioni il suo partito di ispirazione marxista, il Partito nazionale del popolo (NPP), controllava solo 3 dei 225 seggi del parlamento, rendendo impossibile per Dissanayake far approvare qualsiasi riforma. Per questo motivo, pochi giorni dopo essere stato eletto Dissanayake aveva sciolto il parlamento e indetto elezioni anticipate.
In base ai risultati parziali pubblicati dalla commissione elettorale del paese, l’NPP ha ottenuto quasi il 62 per cento dei voti (circa 6,8 milioni di voti). Con questo risultato dovrebbe ottenere almeno 159 seggi in parlamento: ben più dei 113 necessari per avere la maggioranza assoluta, e superiori anche ai 150 necessari per cambiare la Costituzione.
Il partito associato alla famiglia Rajapaksa, una dinastia politica che ha governato lo Sri Lanka per circa vent’anni, ha invece ottenuto un pessimo risultato passando dagli attuali 145 seggi a soli 3 seggi, con il 3,1 per cento dei voti. La famiglia Rajapaksa è considerata responsabile della grave crisi economica che nel 2022 portò il paese sull’orlo della bancarotta: la crisi causò estese proteste che portarono alle dimissioni del primo ministro Mahinda Rajapaksa e del presidente Gotabaya Rajapaksa, suo fratello.
Ranil Wickremesinghe, presidente rimasto in carica ad interim tra il 2022 e il 2024, riuscì a migliorare alcuni importanti indicatori economici grazie a un prestito del Fondo Monetario Internazionale, ottenuto in cambio di una serie di misure di austerity. Le riforme avevano però portato a un aumento delle tasse, del costo dei servizi e alla riduzione dei sussidi, peggiorando le condizioni di una grossa fetta della popolazione.
In questo contesto Dissanayake era stato eletto promettendo di contrastare la corruzione, di abbassare le tasse per le classi più povere e rafforzare il welfare. Nonostante le origini del suo partito, che negli anni Settanta e Ottanta tentò senza riuscirci di istituire con la violenza uno stato marxista nel paese, le attuali posizioni di Dissanayake sono considerate di sinistra ma moderate.
È favorevole a un intervento deciso dello stato nei settori strategici dell’economia, per esempio, ma anche al libero mercato e alla promozione del settore privato. Negli ultimi anni ha poi stretto rapporti con intellettuali e imprenditori, e ha cercato di rassicurare i creditori internazionali (soprattutto il Fondo Monetario Internazionale) che lo Sri Lanka avrebbe ripagato i suoi debiti.
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