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  • Venerdì 15 novembre 2024

Il leader dell’opposizione sudcoreana è stato condannato a un anno di carcere 

Per avere fatto dichiarazioni false in campagna elettorale: Lee Jae-myung ora rischia di non potersi candidare alle prossime presidenziali

Una manifestazione di persone che chiedono l'arresto del leader dell'opposizione sudcoreana Lee Jae-myung a Seul, in Corea del Sud (AP Photo/Ahn Young-joon)
Una manifestazione di persone che chiedono l'arresto del leader dell'opposizione sudcoreana Lee Jae-myung a Seul, in Corea del Sud (AP Photo/Ahn Young-joon)
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Venerdì un tribunale di Seul, in Corea del Sud, ha condannato a un anno di carcere, con pena sospesa, il leader dell’opposizione Lee Jae-myung: l’accusa è di aver violato la legge elettorale facendo alcune dichiarazioni false durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2022, che perse contro il candidato conservatore e attuale presidente del paese Yoon Suk Yeol.

La sentenza potrebbe avere grosse ripercussioni sulla politica coreana. Lee Jae-myung fa parte del partito Democratico, di centrosinistra, ed è uno dei politici più noti della Corea del Sud: è un avvocato di 60 anni, fa politica da quasi venti e negli ultimi anni è stato spesso al centro di cronache e scontri politici nel paese.

Se venisse confermata in appello, la sentenza gli impedirebbe di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali, previste per il 2027, una possibilità di cui in Corea del Sud si parla da tempo.

Le indagini contro Lee Jae-myung e l’imminente sentenza del tribunale sono state molto seguite e commentate nel paese: a Seul, la capitale, sono state organizzate manifestazioni sia in suo sostegno che contro di lui, rispettivamente da parte di persone che lo ritengono innocente e di altre che chiedevano il suo arresto. Lee Jae-myung ha detto che farà appello contro la sentenza di condanna.

– Leggi anche: La storia politica di Lee Jae-myung

La sentenza di venerdì riguarda le dichiarazioni che Lee Jae-myung aveva fatto per difendersi da un’accusa di corruzione. L’accusa riguardava alcuni progetti abitativi realizzati a Seongnam, città in cui era stato sindaco per due mandati, dal 2010 al 2018, guadagnandosi una buona reputazione nazionale per aver realizzato ambiziosi programmi di assistenza sociale.

Le presunte dichiarazioni false di Lee Jae-myung vìolano la legge elettorale sulla base del fatto che, ha detto il tribunale, la diffusione di informazioni false a elettori ed elettrici durante una campagna elettorale impedisce di fare scelte informate, e rischia quindi di distorcere la volontà popolare.

Nel 2023 la procura locale aveva accusato Lee Jae-myung di aver favorito un’azienda edile in un appalto pubblico per uno dei progetti abitativi di Seongnam tra il 2014 e il 2017. Secondo la procura, l’amministrazione di Lee Jae-myung aveva cambiato la designazione dell’uso di una porzione di suolo originariamente preservato come spazio verde per consentire la costruzione delle abitazioni, e lo avrebbe fatto su pressioni di alcuni investitori privati interessati a costruire.

Durante un’audizione parlamentare nel 2021, Lee Jae-myung aveva detto che l’amministrazione era stata «costretta» dal governo nazionale a cambiare la destinazione d’uso di quello spazio: secondo la procura che lo ha accusato di false dichiarazioni, non ci sono prove a sostegno della sua affermazione, successivamente negata dal ministero del Territorio, delle Infrastrutture e dei Trasporti sudcoreano.

L’accusa aveva chiesto una condanna a due anni. Venerdì il tribunale di Seul ha stabilito una pena di un anno, e la sua e la sua sospensione per due anni significa che, se nel frattempo Lee Jae-myung non verrà nuovamente condannato, non sconterà la propria pena in carcere. La sentenza d’appello dovrà stabilire in maniera definitiva anche le sanzioni economiche imposte a Lee Jae-myung: se superassero il milione di won (circa 600 euro), perderebbe il proprio seggio alla Camera e non potrebbe più candidarsi a incarichi politici per cinque anni.

Da quando ha perso le presidenziali del 2022, Lee Jae-myung è stato al centro di varie indagini. Lui ha sempre negato ogni responsabilità, accusando il governo di utilizzare il sistema giudiziario per intimidire e screditare i propri oppositori: aveva definito il governo «una dittatura dei pubblici ministeri». Nell’agosto del 2023, poco prima di essere accusato di corruzione, aveva condotto uno sciopero della fame per denunciare l’incompetenza del governo conservatore: dopo quasi venti giorni senza cibo era stato ritrovato privo di sensi nel suo ufficio per un drastico calo di zuccheri ed era stato ricoverato in ospedale.