43 persone sono state arrestate nell’ambito di una grossa inchiesta della Procura europea per riciclaggio ed evasione fiscale

l'insegna di una sala riunioni della sede della Procura europea a Milano
(ANSA/ Guardia di Finanza Milano)

Decine di persone sono state arrestate nell’ambito di un’ampia inchiesta della Procura europea (Eppo) per evasione fiscale relativa al commercio di prodotti elettronici e informatici tra diversi paesi europei. Il giudice per le indagini preliminari di Milano, su richiesta dell’Eppo, ha disposto l’arresto di 43 persone, di cui 34 in carcere e 9 ai domiciliari, oltre a quattro misure cautelari di altro tipo: i provvedimenti sono in corso sia in Italia che in altri paesi, tra cui Spagna, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Bulgaria.

L’inchiesta ha ricostruito un giro di false fatturazioni per 1,3 miliardi di euro: secondo l’accusa circa 400 società fittizie sarebbero riuscite a evitare il pagamento dell’IVA prevista per il commercio dei prodotti tra paesi dell’Unione Europea, per poi riciclare le somme relative ai conseguenti profitti.

Al momento risultano indagate circa 200 persone accusate a vario titolo di riciclaggio e associazione a delinquere finalizzata a frodi fiscali con l’aggravante del metodo mafioso, e sono in corso 160 perquisizioni in 30 diverse province. Sono anche stati sequestrati in via preventiva immobili e beni riconducibili alle attività indagate per 520 milioni di euro nelle province di Genova, Lecco, Savona, Milano e Palermo, in particolare a Cefalù, dove è stato disposto il sequestro di alcune strutture turistiche per un valore totale di 10 milioni di euro.

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