Il restauro della “Ronda di notte” dal vivo

Visitando il Rijksmuseum di Amsterdam si può anche seguire l'ultima parte dei lunghi lavori per sistemare l'opera più famosa di Rembrandt

Alcune visitatrici assistono ai restauri dell'opera al Rijksmuseum di Amsterdam, 12 novembre (EPA/ Eva Plevier via ANSA)
Alcune visitatrici assistono ai restauri dell'opera al Rijksmuseum di Amsterdam, 12 novembre (EPA/ Eva Plevier via ANSA)
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Da martedì al Rijksmuseum di Amsterdam, tra i musei più importanti d’Europa, si può seguire dal vivo l’ultima fase del restauro della Ronda di notte di Rembrandt, il dipinto più famoso del maggiore pittore della storia olandese. Quella in corso ormai da cinque anni è stata soprannominata Operatie Nachtwacht, “Operazione Ronda di notte” appunto, ed è il più ampio e approfondito progetto per lo studio e la tutela dell’opera: i visitatori del museo possono osservare restauratrici e restauratori al lavoro da qualche metro di distanza, dietro a una grossa vetrata.

Giulia Sara de Vivo e Nienke Woltman al lavoro sull’opera, 12 novembre (REUTERS/ Yves Herman)

Una squadra di otto professionisti ha cominciato a togliere lo smalto protettivo trasparente che era stato applicato durante precedenti restauri nel 1976, nel 1980 e nel 1990: è un’operazione che a detta del direttore generale del museo, Taco Dibbits, «rivelerà la storia movimentata della Ronda di notte», che misura circa 437 x 363 centimetri ed era considerata una delle opere più significative di Rembrandt già all’epoca in cui fu dipinta, nel 1642.

In un video sul sito del museo si spiega che lo smalto viene rimosso applicando alla tela piccoli panni imbevuti di un apposito solvente, come d’altra parte mostrano le fotografie dei restauri: in questo modo si evitano grossi sfregamenti, ed eventuali residui di smalto verranno tolti con altri metodi, per esempio con dei bastoncini cotonati. Una volta completata questa parte, il dipinto avrà un aspetto «molto grigio e piatto», si dice sempre nel video, ma solo fino all’applicazione di un nuovo smalto, che verrà posato subito dopo.

Una restauratrice al lavoro (EPA/ Eva Plevier via ANSA)

La Ronda di notte era già stata restaurata numerose volte a partire dal Settecento, per tutelarla dall’usura e dai danni accidentali durante la manutenzione e il trasporto. La vasta opera di restauro che va avanti dal 2019 con la collaborazione di diversi istituti, tra cui l’Agenzia per il patrimonio culturale dei Paesi Bassi, ha però permesso di raccogliere informazioni molto dettagliate su come dipingeva Rembrandt: ed è la prima volta che il pubblico può seguirne una parte dal vivo.

Tra le altre cose nel 2022 il dipinto venne posato a faccia in giù per alcune settimane su un tavolo costruito appositamente: un’operazione necessaria per sistemare le deformazioni nella tela, che fu tolta dal supporto di legno su cui era montata dal 1975 e attaccata a una struttura di alluminio per mantenerla in tensione. Ancora prima un ampio gruppo di conservatori, restauratori e scienziati aveva cominciato a esaminare il dipinto anche grazie all’acquisizione di immagini digitali e a software di intelligenza artificiale.

Con queste analisi si è capito che per creare l’effetto dorato sugli indumenti indossati dai due personaggi al centro del dipinto Rembrandt aveva mescolato dei pigmenti gialli a pigmenti di solfuro di arsenico (realgar) di colore aranciato; altri studi hanno rivelato che prima di applicare la vernice bagnava la tela con una sostanza che conteneva piombo per proteggerla da umidità e muffa.

La “Ronda di notte” di Rembrandt, che si può vedere molto più nel dettaglio qui (Rijksmuseum, Amsterdam)

La Ronda di notte fu commissionato a Rembrandt dalla corporazione dei Kloveniers, cioè le guardie civiche cittadine armate di archibugio, o archibugieri. Raffigura un nutrito gruppo di personaggi in movimento e in origine era stato pensato per una grande sala banchetti del Kloveniersdoelen, il complesso dove venivano addestrati i tiratori; adesso è di proprietà del Comune di Amsterdam e fa parte della collezione del Rijksmuseum dal 1808.

Al centro della tela c’è il capitano Frans Banninck Cocq, vestito di nero, che dà indicazioni ai tiratori guidati dal tenente Willem van Ruytenburgh, accanto a lui. L’uso della luce contribuisce a creare un effetto di profondità e movimento, così come i dettagli più precisi in primo piano e con contorni più morbidi sullo sfondo; al contempo evidenzia certi elementi, tra cui la mano sinistra del capitano che invita la milizia a marciare e la ragazzina che si vede alla sua destra, una specie di mascotte, sotto alla quale si nota peraltro la firma del pittore.

Il fatto che il dipinto fosse stato coperto con uno smalto scuro, unito allo sporco accumulato nel tempo e allo scolorimento della vernice, può dare l’impressione che si tratti di una scena notturna. Per queste ragioni è chiamato fin dal Settecento Ronda di notte, anche se il suo titolo è La compagnia del Capitano Frans Banninck Cocq e del tenente Willem van Ruytenburgh si prepara a marciare.

Nel 1715 peraltro tutti e quattro i lati del dipinto furono accorciati per farlo entrare in una sala del Consiglio di guerra del municipio di Amsterdam, in piazza Dam. Le parti tagliate del dipinto sono andate perdute, perciò non si sa esattamente quanto fosse grande in origine: nel 2021 tuttavia è stato fatto anche un lungo lavoro di ricostruzione basato su una copia realizzata nel 1654 da un pittore minore, Gerrit Lundens, e completato con l’intelligenza artificiale: per alcuni mesi la ricostruzione è stata esposta accanto all’originale, permettendo ai visitatori del museo di vederne una versione presumibilmente molto simile a quella dipinta da Rembrandt.

I restauri della Ronda di notte (REUTERS/ Yves Herman)

Nel tempo i lavori di restauro sono serviti anche per sistemare le parti danneggiate dagli atti di vandalismo. Nel 1911 un uomo colpì l’opera con un coltello da calzolaio, mentre nel 1975 una persona con problemi di salute mentale riuscì a praticare dodici tagli nella tela con un coltello da tavola seghettato. Nel 1990, poi, un uomo spruzzò dell’acido cloridrico sulla tela: grazie all’intervento tempestivo di un addetto fu danneggiato solo lo smalto protettivo.

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