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  • Mercoledì 13 novembre 2024

Le molte proteste contro i turisti nelle città italiane

A Roma, Firenze, Bologna, Milano e Napoli ci sono sempre più dissensi, manifestati anche con azioni di sabotaggio

Una protesta contro gli affitti brevi a Napoli, a settembre del 2024 (ANSA / CIRO FUSCO)
Una protesta contro gli affitti brevi a Napoli, a settembre del 2024 (ANSA / CIRO FUSCO)

Nelle ultime settimane in molte città italiane ci sono state varie forme di protesta contro il cosiddetto overtourism, termine con cui si intende il sovraffollamento di turisti che peggiora la vita dei residenti. È un problema che sta riguardando molte città d’Europa, e che ha a che fare soprattutto con la grande diffusione degli affitti brevi, gli appartamenti che vengono messi a disposizione dei turisti per pochi giorni. Questo riduce la presenza di affitti a lungo termine a prezzi più bassi, e allo stesso tempo causa un aumento generalizzato dei prezzi.

Una delle proteste più recenti è stata fatta a Firenze da parte di alcuni attivisti che hanno attaccato centinaia di adesivi rossi, a formare una X, sulle cosiddette keybox, le cassette per le chiavi usate dai proprietari di appartamenti per turisti per farli entrare anche quando non sono presenti.

In seguito alla protesta, martedì 12 novembre la sindaca di Firenze Sara Funaro ha annunciato il divieto a partire dal 2025 di installare le keybox. Il divieto coinvolgerà tutti gli spazi compresi nella parte di Firenze protetta dall’UNESCO, un’area con un raggio di circa 2 chilometri che coincide più o meno col centro storico (l’UNESCO è l’agenzia delle Nazioni Unite che incentiva la protezione e la conservazione di luoghi significativi dal punto di vista storico, culturale e ambientale).

Gli adesivi rossi con cui a Firenze erano state coperte le “keybox” per protesta (ANSA)

Gli adesivi rossi con cui a Firenze erano state coperte le “keybox” per protesta (ANSA)

– Ascolta anche: Globo – Il turismo ha cambiato le città, con Filippo Celata

Le keybox sono molto usate un po’ ovunque perché permettono ai clienti di entrare anche quando i proprietari non sono presenti, e spesso sono attaccate sui muri o ai cancelli fuori dai portoni delle case. Anche a Roma c’erano state proteste simili nei giorni scorsi: a fine ottobre in diverse zone del centro storico alcune persone non identificate avevano divelto e rimosso le keybox, e al loro posto avevano lasciato cappelli da Robin Hood, accompagnati da cartelli con la spiegazione dell’azione di protesta. Sui cartelli era scritto: «Ci ribelliamo: rimuoviamo questi lucchetti per denunciare la svendita della città al turismo mordi e fuggi che aliena e lascia per strada le persone che la abitano».

Un cappello da Robin Hood appeso al posto di una “keybox” rimossa per protesta a Roma (ANSA/ GIULIA MARRAZZO)

Un cappello da Robin Hood appeso al posto di una “keybox” rimossa per protesta a Roma (ANSA/ GIULIA MARRAZZO)

Sabotaggi simili sono stati compiuti anche in altre città turistiche, come Bologna e Milano. In quest’ultima nei giorni scorsi alcuni comitati di cittadini avevano organizzato manifestazioni di protesta e distribuito a partecipanti e passanti adesivi con scritto «Meno affitti brevi, più case per tutti», con l’invito a coprire le keybox degli appartamenti in affitto breve.

A settembre a Napoli era stato invece organizzato un flash mob contro le troppe case messe in affitto come bed&breakfast: i manifestanti avevano coperto le serrande di alcune edicole chiuse con grandi cartelloni che imitavano la prima pagina del giornale Libero, con titoli e articoli contro l’overtourism.