Una società militare privata dovrà pagare 42 milioni di dollari di risarcimento a tre iracheni per le torture subite ad Abu Ghraib

Salah Al-Ejaili (in primo piano, in basso a destra), uno dei querelanti, in un disegno realizzato durante un'udienza, 26 aprile 2024 (Dana Verkouteren via AP)
Salah Al-Ejaili (in primo piano, in basso a destra), uno dei querelanti, in un disegno realizzato durante un'udienza, 26 aprile 2024 (Dana Verkouteren via AP)

Il tribunale distrettuale di Alexandria, in Virginia, ha condannato la società militare Caci International a pagare un risarcimento di 42 milioni di dollari (quasi 40 milioni di euro) a tre iracheni che avevano denunciato i trattamenti inumani e degradanti subiti nella prigione di Abu Ghraib, in Iraq, durante gli anni dell’invasione americana. Salah Al-Ejaili, un giornalista attualmente di base in Svezia, Asa’ad Al-Zuba’e, proprietario di un alimentari, e Suhail Al Shimari, preside di una scuola media in Iraq, avevano accusato i contractor di torture: hanno raccontato di essere stati forzati a rimanere in posizioni scomode, denudati e minacciati di essere aggrediti dai cani.

È la prima volta che una società privata viene ritenuta legalmente responsabile per quello che successe nel carcere iracheno a ovest di Baghdad, dopo che nel 2004 emersero le immagini delle torture subite dai prigionieri tra quelle mura. Fino a questo momento erano stati processati nelle corti marziali soltanto i soldati dell’esercito americano. Secondo l’accusa, però, anche i contractor (cioè il personale militare della società privata) ebbero un ruolo in quei fatti.

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