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  • Mercoledì 13 novembre 2024

La versione della sindaca di Amsterdam sulle violenze della scorsa settimana

Femke Halsema ha ricostruito i fatti in una relazione, mentre la situazione in città rimane tesa e ci sono stati nuovi arresti

La manifestazione pro Palestina di domenica (EPA/ROBIN VAN LONKHUIJSEN)
La manifestazione pro Palestina di domenica (EPA/ROBIN VAN LONKHUIJSEN)
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Ad Amsterdam, alcuni giorni dopo le violenze che hanno preceduto e seguito la partita di Europa League tra l’Ajax, la squadra locale, e il Maccabi Tel Aviv, israeliana, la situazione rimane piuttosto tesa: lunedì la polizia ha arrestato tre persone che avevano causato un incendio su un tram, martedì mattina è stato incendiato un furgone della polizia, martedì pomeriggio sei persone sono state arrestate per aver violato il divieto di ogni tipo di manifestazione attualmente in vigore.

Sempre martedì la sindaca Femke Halsema, del partito dei Verdi, ha presentato sui fatti di giovedì una relazione di dodici pagine, che ha definito l’accaduto una «miscela tossica di violenza da ultras calcistici, antisemitismo e rabbia per le guerre in Palestina, Israele e altre parti del Medio Oriente». L’opposizione di destra ed estrema destra in consiglio comunale ha anche presentato una mozione di sfiducia verso la sindaca, che è stata respinta.

Le tensioni ad Amsterdam erano cominciate mercoledì e giovedì scorsi, nel momento in cui i sostenitori del Maccabi Tel Aviv erano arrivati in città, provocando disordini nel centro intonando canti di odio rivolti alla Palestina, strappando bandiere palestinesi dai balconi e aggredendo un tassista. Nella serata, dopo la partita, gruppi di persone almeno in parte musulmane, alcune delle quali urlavano slogan di sostegno alla Palestina e antisemiti, avevano inseguito o attaccato brutalmente singoli o gruppi di tifosi israeliani in luoghi diversi della città.

La relazione della sindaca Halsema, redatta con la collaborazione della procura e della polizia della città, contribuisce a chiarire ulteriormente il contesto più ampio in cui queste violenze sono avvenute, già parzialmente emerso nei giorni successivi. Halsema ha però specificato che, nonostante siano accadute «cose terribili di ogni tipo, ciò non nega in alcun modo che sia stata invocata una “caccia agli ebrei”». Ha anche detto che sono state commesse «ingiustizie sia verso i cittadini ebrei di Amsterdam che verso le persone delle minoranze che sostengono la Palestina».

Il rapporto indica che dieci cittadini israeliani, appartenenti ai gruppi di tifosi, sono stati arrestati e poi rilasciati in quei giorni, per violazioni della legge nederlandese. Gli ultras del Maccabi sono politicamente di estrema destra e sono stati coinvolti anche nel recente passato in vari episodi di violenze e aggressioni.

Un poliziotto in tenuta anti-sommossa ad Amsterdam (EPA/TALHA ANDAC)

Halsema ha ricostruito che un primo allarme sulla pericolosità della situazione in città è arrivato alle 11 di mattina, in relazione all’aggressione di un tassista da parte dei tifosi del Maccabi e alla mobilitazione dei suoi colleghi contro i tifosi. A partire dalla mattina di giovedì gruppi di tifosi del Maccabi si sono radunati nel centro cittadino, dove erano stati ripresi in alcuni video mentre cantavano cori offensivi contro gli arabi, mentre celebravano le morti dei palestinesi e mentre commettevano atti di vandalismo, fra cui rimuovere e bruciare almeno due bandiere palestinesi.

Amsterdam è una delle capitali europee con la più alta percentuale di persone di religione musulmana, circa il 15 per cento della popolazione. È anche una città in cui sono molto attivi i movimenti e le associazioni che sostengono la Palestina e che nell’ultimo anno, dopo gli attacchi del 7 ottobre compiuti da Hamas e l’inizio dell’invasione militare di Israele nella Striscia di Gaza, hanno organizzato circa 2.700 manifestazioni. La maggior parte di queste è stata pacifica, alcune meno.

Dal pomeriggio di giovedì le autorità nederlandesi avevano notato un numero crescente di messaggi sui social che indicavano la volontà di «fare qualcosa» contro i tifosi del Maccabi, con «l’uso di termini antisemiti». Prima della partita erano state registrate le prime aggressioni contro tifosi israeliani, ma anche nuovi atti di vandalismo di gruppi di questi ultimi, che giravano armati di bastoni per il centro cittadino.

Il grosso delle violenze è però avvenuto dopo la partita, quando piccoli gruppi di persone hanno attaccato tifosi israeliani isolati con azioni che Halsema ha definito «colpisci e scappa», utilizzando anche motorini, bici elettriche o auto per fuggire.

Almeno 12 video verificati dal New York Times mostrano gruppi di uomini che interrogano, inseguono o picchiano persone che erano state apparentemente prese di mira come tifosi del Maccabi. In uno di questi video si vede un uomo che ne trascina un altro per terra, mentre un terzo lo insulta. In altri gli aggressori interrogano sulla loro provenienza e sulla loro religione le persone che fermano e circondano: alcune di queste hanno riferito di aver dovuto mostrare il passaporto o negare di essere ebree. Gli attacchi avrebbero avuto come obiettivo sia persone israeliane che ebree.

Un tram vandalizzato lunedì (AP Photo)

La relazione ufficiale non dà indicazioni sull’appartenenza a un particolare gruppo etnico degli aggressori e aggiunge: «La risposta all’antisemitismo non può essere altro razzismo: la sicurezza di un gruppo non può essere raggiunta a spese di un altro». Nelle ore immediatamente successive alle violenze vari esponenti della destra nederlandese, al governo da maggio, avevano commentato i fatti di Amsterdam invocando misure repressive verso gli immigrati, le minoranze di origine araba e i musulmani. Geert Wilders, politico di estrema destra a capo del Partito per la Libertà (PVV), il più votato a novembre, aveva parlato di «feccia multiculturale» e di «criminali musulmani» da espellere.

In questi giorni vari esponenti politici locali hanno invece accusato il governo e le destre di aver alimentato un clima di radicalizzazione politica che ha causato un aumento della tensione. Sheher Khan, consigliere comunale del partito DENK, che ha seguito soprattutto fra le minoranze musulmane, ha detto: «La rabbia sta montando ed è esplosa giovedì, ma è il risultato diretto di politiche che escludono le minoranze dai diritti più basici».

In città restano vietati tutti i tipi di manifestazioni (domenica per un corteo non autorizzato erano state arrestate 50 persone) e alcuni dirigenti della polizia si sono detti preoccupati per nuove possibili violenze.

La partita di Europa League fra il club turco del Besiktas e il Maccabi Tel Aviv, che si sarebbe dovuta svolgere a Istanbul il 28 novembre, sarà invece giocata in campo neutro, in Ungheria, e senza pubblico. Anche il Belgio a settembre aveva deciso di giocare in Ungheria la partita contro Israele valida per la Nations League. Il consiglio nazionale di sicurezza israeliano ha sconsigliato ai propri cittadini di viaggiare in Europa per eventi culturali e sportivi.