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  • Mercoledì 13 novembre 2024

Israele ha ignorato ancora una volta le minacce americane sugli aiuti a Gaza

Ma gli Stati Uniti non smetteranno comunque di inviare armi a Israele, ancora una volta

L'autista di un camion di aiuti umanitari in attesa di entrare nella Striscia di Gaza
L'autista di un camion di aiuti umanitari in attesa di entrare nella Striscia di Gaza (AP Photo/Tsafrir Abayov)
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Il 13 ottobre il segretario di Stato americano Antony Blinken e il segretario alla Difesa Lloyd Austin avevano inviato al governo israeliano una lettera in cui annunciavano che se entro un mese Israele non avesse aumentato significativamente la consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, gli Stati Uniti avrebbero tagliato l’assistenza militare a Israele. È scaduto quell’ultimatum e la situazione degli aiuti umanitari è semmai peggiorata: secondo varie ong, ma anche secondo i dati dello stesso governo israeliano, ottobre è stato il mese in cui è entrata nella Striscia la minor quantità di aiuti dall’inizio della guerra.

Nonostante questo, gli Stati Uniti si sono rimangiati la parola: l’amministrazione di Joe Biden ha fatto sapere che non taglierà né ridurrà l’invio di armi e l’assistenza militare a Israele.

La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza sta progressivamente peggiorando, soprattutto nella parte nord, dove Israele sta portando avanti proprio dall’inizio di ottobre un’operazione militare violentissima. A ottobre però gli aiuti umanitari sono stati estremamente scarsi anche nel resto della Striscia di Gaza: lo hanno sostenuto varie ong, ma si vede anche dai dati di COGAT, l’agenzia del governo israeliano che si occupa delle attività nei territori palestinesi. Secondo COGAT, a ottobre sono entrate nella Striscia 26.399 tonnellate di aiuti umanitari, contro le 87.445 che erano entrate a settembre e le oltre 100 mila che erano entrate in alcuni mesi tra primavera ed estate.

Se si considerano i camion pieni di aiuti che sono entrati nella Striscia, sono stati appena 1.386 a ottobre, mentre erano stati più di 4.000 ad agosto e settembre e quasi 6.000 a luglio. Questo non significa che nei mesi precedenti la situazione fosse buona, o anche soltanto accettabile. Prima della guerra entravano nella Striscia oltre 600 camion di aiuti umanitari al giorno, che più o meno garantivano il sostentamento della popolazione.

Nei mesi migliori dell’ultimo anno i camion che sono riusciti a entrare sono stati comunque meno di 250 al giorno, in media.

Israele sostiene che il calo degli aiuti sia dovuto a un calo generale delle consegne di cibo e generi di prima necessità a livello internazionale. Le ong che lavorano nella Striscia e molti altri gruppi ritengono invece che il governo israeliano stia volontariamente trattenendo gli aiuti, o che comunque stia rendendo difficile la loro consegna.

Nella loro lettera, Blinken e Austin avevano chiesto al governo israeliano di consentire l’ingresso di almeno 350 camion di aiuti al giorno (una quantità mai raggiunta), di estendere le zone umanitarie in cui i civili potessero rifugiarsi lontano dai combattimenti e di facilitare l’accesso agli aiuti delle organizzazioni umanitarie, tra le altre cose. Secondo le ong che lavorano sul campo e che hanno parlato in questi giorni con i media internazionali, di fatto nessuna di queste richieste è stata accolta da Israele. A fine ottobre Israele ha perfino reso illegali le attività dell’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i profughi palestinesi.

Persone palestinesi vicino al confine in attesa dai camion di aiuti

Persone palestinesi vicino al confine in attesa dai camion di aiuti (AP Photo/Abdel Kareem Hana, File)

Nonostante questo, martedì parlando con i giornalisti il portavoce del dipartimento di Stato, Vedant Patel, ha detto che gli Stati Uniti non hanno intenzione di tagliare l’invio di armi a Israele ora che l’ultimatum è scaduto, e ha così smentito la lettera inviata dai due segretari.

Patel ha notato che negli ultimi giorni sono stati fatti alcuni progressi limitati: questa settimana è stato aperto un nuovo varco di confine per l’invio di aiuti (una delle richieste di Blinken e Austin). Inoltre se si considerano soltanto gli ultimi giorni i camion di aiuti che sono riusciti a entrare nella Striscia sono aumentati, sebbene siano ancora lontani sia dal livello minimo necessario sia da quello richiesto dagli Stati Uniti: martedì sono stati 117, lunedì 125.

La questione degli aiuti è importante anche perché, secondo la legge americana, gli Stati Uniti non possono fornire sostegno militare ai paesi che compiono «gravi violazioni dei diritti umani» e che ostacolano la consegna di aiuti umanitari americani. Finora, e contro molte prove, l’amministrazione americana ha continuato a sostenere che Israele non stia violando la legge, e che dunque la consegna di armi continui a essere legittima. A settembre il giornale d’inchiesta ProPublica aveva rivelato che le stesse agenzie governative americane sarebbero giunte alla conclusione che Israele blocca deliberatamente gli aiuti ai palestinesi di Gaza, violando la legge americana. Ma l’amministrazione ha ignorato le sue stesse agenzie, e continuato a mandare armi.