In Germania c’è un accordo per andare a elezioni anticipate il 23 febbraio
Tra i Socialdemocratici del cancelliere Olaf Scholz e l'opposizione, dopo la crisi di governo
In Germania i Socialdemocratici (SPD), il partito del cancelliere Olaf Scholz e il principale della coalizione di governo, hanno trovato un accordo con l’Unione Cristiano-Democratica (CDU), di centrodestra e all’opposizione, per organizzare elezioni anticipate il prossimo 23 febbraio. Al momento il governo tedesco è sostenuto da una coalizione composta dall’SPD, dai Verdi e dai Liberali: la scorsa settimana però Scholz aveva licenziato il ministro delle Finanze Christian Lindner, leader dei Liberali, aprendo una crisi di governo.
Nelle prossime settimane Scholz dovrà convocare un voto di fiducia al Bundestag, il parlamento federale tedesco, ma ci si aspetta che lo perderà proprio perché la sua coalizione non ha più la maggioranza (dopo il licenziamento di Lindner, i Liberali sono usciti dal governo). Secondo i media tedeschi, che citano fonti parlamentari, il voto di fiducia dovrebbe svolgersi tra il 16 e il 18 dicembre.
La decisione definitiva su quando andare a votare spetta comunque al presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier. Dopo che Scholz avrà perso il voto di fiducia, potrà chiedere a Steinmeier di sciogliere il parlamento: a quel punto, le elezioni devono tenersi entro 60 giorni. I media tedeschi spiegano che «difficilmente il presidente federale si opporrà alla proposta». Sempre secondo i media, la data delle elezioni anticipate è stata concordata anche con i Verdi, che sono invece rimasti nella coalizione.
Da tempo la coalizione al governo è in crisi, soprattutto a causa di disaccordi su come finanziare la legge di bilancio per il 2025. Inizialmente Scholz aveva fatto capire di voler andare a votare più tardi, per riuscire ad approvare alcune importanti misure economiche: voleva fissare il voto di fiducia a metà gennaio, e tenere quindi le elezioni a marzo. A causa delle pressioni degli altri partiti e di parte dell’opinione pubblica, ha poi cambiato idea e si è detto disposto a convocare il voto di fiducia entro la fine dell’anno.
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Al contrario, il leader e candidato cancelliere della CDU, Friedrich Merz, voleva che le elezioni si tenessero entro il 19 gennaio, il giorno precedente all’insediamento di Donald Trump per il suo secondo mandato da presidente degli Stati Uniti. CDU e SPD hanno trovato un compromesso a metà strada tra gennaio e marzo. Sia Merz sia il capogruppo della SPD, Rolf Mützenich, hanno già parlato al telefono con il presidente Steinmeier.
Al momento la CDU è nettamente favorita nei sondaggi, mentre i Liberali si aggirano intorno al 4 o 5 per cento dei consensi. In Germania c’è una soglia di sbarramento al 5 per cento: Lindner, il leader dei Liberali, ha detto che l’obiettivo del suo partito è entrare in parlamento per tornare poi al governo, possibilmente alleandosi con la CDU.
Ruth Brand, la funzionaria federale responsabile della supervisione delle elezioni, aveva espresso dubbi sulla fattibilità di andare a votare a gennaio, anche per possibili problemi logistici. Martedì ha detto che ritiene che a fine febbraio si possa votare «in modo giuridicamente sicuro». L’associazione tedesca dei produttori di carta ha risposto di avere abbastanza scorte per stampare le schede elettorali in tempo.
In Germania è piuttosto raro che un cancelliere chieda la fiducia al parlamento, a differenza di quanto accade in altri paesi, per esempio l’Italia. Finora era accaduto solo cinque volte: in tempi recenti lo aveva fatto, due volte, Gerhard Schröder della SPD nel 2001 e nel 2005. Prima di lui Willy Brandt nel 1972, Helmut Schmidt nel 1982, entrambi della SPD; e Helmut Kohl (della CDU) nel 1982. Solo Schmidt e Schröder (nel 2001) la ottennero: negli altri tre casi si andò ad elezioni anticipate.
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