Benjamin Netanyahu ha confermato che Israele è responsabile dell’esplosione di migliaia di cercapersone e walkie-talkie in Libano a settembre

(Gil Cohen-Magen/Pool Photo via AP)
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Domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato per la prima volta che il governo israeliano è stato responsabile dell’ordine che ha portato all’esplosione simultanea di migliaia di cercapersone, walkie talkie e dispositivi elettronici appartenenti a membri di Hezbollah a settembre, uccidendo almeno 37 persone di cui 12 civili. Era già considerato quasi certo che Israele avesse ordinato l’attacco: il giorno dopo la prima serie di esplosioni l’allora ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva commentato che «l’esercito ha ottenuto risultati eccellenti» e che «i risultati erano stati davvero impressionanti», senza esplicitare però quale operazione stesse commentando nello specifico. Varie inchieste giornalistiche avevano inoltre già mostrato chiaramente la responsabilità israeliana dell’attacco.

La notizia è inizialmente circolata sui media israeliani, che hanno pubblicato articoli secondo cui Netanyahu parlando con il suo gabinetto questa settimana avrebbe detto che «l’operazione dei cercapersone e l’eliminazione di Nasrallah (il leader di Hezbollah ucciso in un bombardamento israeliano su Beirut il 17 settembre, ndr) sono state lanciate nonostante l’opposizione di alcuni importanti funzionari dell’apparato di sicurezza» del paese. Più tardi, il portavoce di Netanyahu ha confermato alla stampa internazionale di aver approvato l’attacco.