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  • Sabato 9 novembre 2024

Il possibile piano dell’Europa per evitare nuovi dazi da Trump

Riguarda l'acquisto di maggiori quantità di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, da cui già oggi in realtà ne compriamo parecchio

Una nave rigassificatrice attracca nel porto di Lubmin, in Germania (Sean Gallup/Getty Images)
Una nave rigassificatrice attracca nel porto di Lubmin, in Germania (Sean Gallup/Getty Images)

Venerdì durante una conferenza stampa la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha ipotizzato un piano per evitare che il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, imponga pesanti dazi sui prodotti europei, circostanza molto temuta da governi e aziende europee in seguito alla sua vittoria alle recenti elezioni presidenziali statunitensi.

Von der Leyen ha detto che i paesi dell’Unione Europea dovrebbero acquistare ancora più gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti, che oggi sono uno dei principali esportatori al mondo di questo combustibile fossile. Von der Leyen non ha detto esplicitamente che questa decisione verrebbe presa per evitare dazi: ma ha suggerito questo piano rispondendo alla domanda di un giornalista sulla vittoria di Trump e sui possibili dazi che potrebbe imporre sui prodotti europei. Trump, peraltro, è noto per stringere accordi di questo genere, poco convenzionali e di natura transazionale.

Già oggi in realtà i paesi dell’Unione Europea importano dagli Stati Uniti parecchio gas naturale liquefatto, cioè convertito in forma liquida e trasportato a bordo di enormi navi. Secondo i dati dell’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) nel 2023 i paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito hanno importato circa 155 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto, in buona parte dagli Stati Uniti. Un’analisi di Bloomberg indica che soltanto i paesi dell’Europa occidentale nel 2023 ne hanno importato 50 miliardi di metri cubi.

Le importazioni di gas naturale liquefatto in Europa dagli Stati Uniti sono molto aumentate dopo l’invasione russa dell’Ucraina, che ha spinto i paesi europei a ridurre molto l’importazione di gas naturale dalla Russia attraverso i gasdotti. Eppure le importazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia non si sono mai interrotte, anzi: l’ACER stima che nel 2023 l’Unione Europea abbia importato 18 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto dalla Russia, «perlopiù a causa di contratti di fornitura a lungo termine firmati prima del 2022», cioè prima dell’invasione dell’Ucraina e delle conseguenti sanzioni alla Russia.

Il piano di von der Leyen in sostanza prevede di aumentare ulteriormente le importazioni di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti mano a mano che scadranno i contratti per le forniture di gas russo.

Alcuni esperti sono scettici sul fatto che un piano del genere sia fattibile. Laurent Ruseckas, esperto di energia della multinazionale S&P Global, ha detto a Politico che l’Unione Europea di per sé non può acquistare gas naturale liquefatto: «esiste un mercato globale, in cui gli acquirenti privati di gas naturale liquefatto stipulano i loro contratti». È possibile che un protocollo europeo possa comunque esercitare una certa pressione e scoraggiare gli acquirenti a comprare gas russo, oppure ad acquistare gas statunitense, ma gli effetti concreti di una misura del genere non sono immediatamente quantificabili.

L’idea di Von der Leyen peraltro non è nuovissima. Già nel 2018 il suo predecessore Jean-Claude Juncker riuscì a evitare dazi superiori sui prodotti europei durante il primo mandato di Trump promettendogli che l’Unione Europea avrebbe acquistato maggiori quantità di gas naturale liquefatto e semi di soia dagli Stati Uniti. Anche allora «la Commissione Europea non aveva davvero il potere di vincolare le aziende europee ad acquistare gas e semi di soia statunitensi, ma Trump fu comunque contento di accettare questa finzione politica potendo esibire dei dati secondo cui gli acquisti dell’Unione Europea stavano effettivamente aumentando», scrive Politico.

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