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  • Venerdì 8 novembre 2024

I piloti di Formula 1 vogliono essere trattati da adulti

Lo hanno scritto in un comunicato al presidente della FIA, commentando le sanzioni a Verstappen e Leclerc per aver detto una parolaccia

Charles Leclerc, Carlos Sainz e Max Verstappen festeggiano sul podio dopo il Gran Premio degli Stati Uniti, il 20 ottobre 2024 (Mark Sutton/Getty Images)
Charles Leclerc, Carlos Sainz e Max Verstappen festeggiano sul podio dopo il Gran Premio degli Stati Uniti, il 20 ottobre 2024 (Mark Sutton/Getty Images)
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Giovedì la Grand Prix Drivers Association (GPDA), una specie di sindacato che rappresenta i piloti e gli ex piloti di Formula 1, ha pubblicato un duro comunicato rivolto a Mohammed Ben Sulayem, il presidente della FIA, la federazione che organizza tra le altre cose il Mondiale di Formula 1. La questione riguarda le sanzioni che di recente la federazione ha dato a due dei piloti più in vista, Max Verstappen e Charles Leclerc, per aver detto una parolaccia durante due diverse conferenze stampa.

A settembre Verstappen era stato condannato dalla FIA a fare «alcuni lavori socialmente utili» per aver definito la sua auto «fottuta» (fucked). La scorsa settimana invece Leclerc ha ricevuto 10mila euro di multa perché, parlando di un momento difficile vissuto durante il Gran Premio del Messico, ha detto: «It was like: fuck!» («È stato un po’ tipo: cazzo!»). La GPDA ha scritto che «riguardo alle parolacce, c’è una differenza tra dirle per insultare qualcuno e invece un’imprecazione più distratta che potresti usare per descrivere il brutto tempo o un oggetto inanimato come una macchina di Formula 1»; in quest’ultima categoria rientravano le espressioni di Verstappen e Leclerc sanzionate dalla FIA.

La questione delle parolacce però è sembrata più che altro un pretesto per chiedere conto a Ben Sulayem dell’atteggiamento che ha in generale nei confronti dei piloti, giudicato troppo paternalista e concentrato su cose superficiali e formali. «Chiediamo al presidente di considerare il suo tono e il suo linguaggio quando parla ai piloti dell’associazione. Siamo adulti, non abbiamo bisogno di essere educati e istruiti, attraverso i media, su faccende frivole come indossare gioielli o mutande».

Negli scorsi anni ci fu tra le altre cose una lunga polemica tra Lewis Hamilton e la FIA, con quest’ultima che vietò ai piloti di indossare gioielli durante le gare, adducendo motivazioni di sicurezza. Hamilton però si oppose alla decisione, ritenendola pretestuosa, e alla fine ottenne una deroga per poter indossare il piercing sul naso. Non fu l’unico motivo di scontro tra Hamilton e il presidente della federazione: quando Verstappen fu punito a settembre per la parolaccia usata, Ben Sulayem disse che la Formula 1 doveva «differenziarsi dalla musica rap», un commento che Hamilton criticò perché, a suo dire, sottintendeva un’interpretazione stereotipata e razzista.

Mohammed Ben Sulayem e Lewis Hamilton (Mark Thompson/Getty Images)

Ben Sulayem è un ex pilota e imprenditore emiratino (è nato a Dubai), ha 62 anni ed è presidente della FIA dal 2021. Nei suoi primi tre anni di presidenza è stato al centro di diverse controversie: fu accusato per esempio di aver interferito sui risultati del Gran Premio dell’Arabia Saudita del 2023, facendo pressioni per togliere una penalità a Fernando Alonso, che ottenne il suo centesimo podio in Formula 1, oppure di aver cercato di far cancellare il Gran Premio di Las Vegas. Alla fine fu scagionato da entrambe le accuse.

La Formula 1 dal punto di vista sportivo è gestita dalla FIA, ma il marchio è di proprietà di Liberty Media, che gestisce invece la trasmissione e la promozione degli eventi e delle gare. E tra le due società ci sono continue tensioni, perlopiù a causa delle ingerenze di Ben Sulayem. Secondo BBC Sport, «in numerose occasioni [Ben Sulayem] ha provato a ricavare più soldi dalla F1 per la FIA». Inoltre è stato sempre critico nei confronti dei piloti che prendono posizioni politiche, e lo scorso anno vennero fuori alcuni commenti sessisti e misogini fatti da Ben Sulayem in passato.

Il comunicato dei piloti si è concentrato poi sulle multe, spesso utilizzate dalla FIA per sanzionare comportamenti non corretti, ma ritenute dai piloti inappropriate per «l’immagine negativa che danno dello sport». Soprattutto, i piloti hanno chiesto chiarimenti sul modo in cui i soldi incassati dalle multe vengono spesi dalla federazione.

«Negli ultimi tre anni, abbiamo chiesto al presidente della FIA di condividere i dettagli e la strategia su come vengono decise le multe e come vengono spesi i soldi», scrivono i piloti, chiedendo alla federazione di essere trasparente e che tutti i soggetti coinvolti, cioè la FIA, la Formula 1, le scuderie e i piloti, decidano assieme in che modo investire il denaro.