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  • Venerdì 8 novembre 2024

Uno degli indicatori più affidabili di come votano gli elettori statunitensi

È il titolo di studio, ormai da diverso tempo: le persone laureate preferiscono sempre di più i Democratici

Alcuni elettori in una scuola in Michigan il 5 novembre 2024
Alcuni elettori in una scuola in Michigan il 5 novembre 2024 (Gregory Shamus/Getty Images)
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Alle elezioni statunitensi di questa settimana l’indicatore demografico che più di ogni altro ha definito il voto per Kamala Harris o per Donald Trump è stato il titolo di studio. Benché il Partito Democratico abbia perso consensi praticamente tra tutti i settori della popolazione, compresi quelli che sperava di attrarre come le donne e le minoranze etniche, è andato forte tra le persone laureate, e ancora di più quelle con un titolo di studio più alto, come master o dottorato. È un divario visibile ormai da più di dieci anni.

Secondo gli exit poll usciti dopo il voto – che al contrario di quelli italiani non sono sondaggi sulle preferenze di voto, ma sull’identità degli elettori – il 37 per cento delle persone che negli Stati Uniti non hanno mai frequentato l’università ha votato per Kamala Harris, e il 62 per cento per Donald Trump. Tra le persone laureate (bachelor’s degree) il 54 per cento ha votato per Harris e il 44 per Trump. Il divario aumenta per i titoli di studio ancora superiori: tra chi ha un master o un dottorato il 61 per cento ha votato per Harris e il 37 per cento per Trump.

Questi dati sono simili a quelli delle elezioni precedenti, nel 2020, ma con una differenza: Joe Biden era riuscito a ottenere un risultato migliore tra le persone non laureate (46 per cento per lui contro il 54 per cento per Trump), mentre Harris è crollata in questa categoria.

Doug Sosnik, un ex consigliere del presidente Bill Clinton, ha notato peraltro che molti dei sette stati in bilico che decidono il risultato delle elezioni americane si trovano quasi perfettamente nella media quando si parla del livello di istruzione dei loro cittadini. Il Pennsylvania è al 23esimo posto (su 50) per livello di istruzione, la Georgia al 24esimo, il Wisconsin al 26esimo: il loro essere stati in bilico, cioè stati che oscillano tra un partito e l’altro, si vede anche nel livello di istruzione.

Questo divario legato al livello di istruzione è un fenomeno relativamente recente e, anzi, è un ribaltamento dei ruoli tradizionali dei partiti politici negli Stati Uniti: per decenni il Partito Democratico era stato il partito degli operai e della classe lavoratrice, e ancora nel 2008 Barack Obama vinse il voto dei non laureati con il 53 per cento contro il 46 per cento di John McCain.

Un seggio elettorale in una scuola a San Francisco, in California

Un seggio elettorale in una scuola a San Francisco, in California (Loren Elliott/Getty Images)

Ci sono motivi economici e culturali. I primi riguardano il fatto che negli ultimi 20 anni un titolo di studio universitario o superiore ha garantito maggiore preparazione a un mondo del lavoro sempre più orientato verso i servizi piuttosto che verso l’industria, e dove la globalizzazione ha reso necessarie competenze sempre più specializzate.

Questo ha inciso notevolmente sul tenore di vita delle persone: secondo uno studio della Federal Reserve di St. Louis, dal 1989 le famiglie statunitensi in cui erano presenti persone laureate hanno aumentato la propria ricchezza dell’83 per cento. Al contrario, il reddito delle famiglie senza persone laureate non è aumentato o quasi.

Le disparità sono diventate sempre più visibili, e portatrici di malcontento e rabbia: negli Stati Uniti tre quarti della ricchezza del paese è in mano a persone laureate, che però sono soltanto il 40 per cento della popolazione. Molte delle persone non laureate che hanno visto il proprio tenore di vita peggiorare negli ultimi decenni erano elettori tradizionali del Partito Democratico, che si sono sentiti traditi e lasciati indietro. In tanti si sono quindi rivolti al Partito Repubblicano, e soprattutto al movimento populista di Donald Trump.

Ci sono poi ragioni culturali: le persone con un livello di istruzione elevato tendono, secondo i sondaggi, ad avere sensibilità più progressiste su temi come l’aborto e i diritti civili, questioni con cui i partiti di sinistra come il Partito Democratico americano hanno finito per identificarsi sempre di più nel corso degli anni.

È vero che questo fenomeno non vale soltanto per gli Stati Uniti: in molti paesi occidentali le persone con titoli di studio elevati tendono a votare più per il centrosinistra, e viceversa. Negli Stati Uniti, tuttavia, la polarizzazione legata al titolo di studio è stata accentuata dalla presenza di una figura politica come Donald Trump, che ha puntato molto sull’elettorato formato da persone meno istruite, ha saputo interpretare maggiormente le loro frustrazioni e proporre un messaggio politico che assecondasse la loro rabbia.