Gli attacchi ai tifosi israeliani ad Amsterdam
Ci sono stati inseguimenti, pestaggi e almeno una decina di feriti dopo la partita Ajax-Maccabi Tel Aviv: per il governo di Benjamin Netanyahu si tratta di «antisemitismo»
Giovedì ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, molti tifosi israeliani della squadra di calcio del Maccabi Tel Aviv sono stati violentemente attaccati nel corso di scontri legati a una partita di Europa League con l’Ajax. Decine di persone sono state arrestate e almeno dieci tifosi israeliani sono stati feriti.
I tifosi israeliani sono stati attaccati e picchiati dopo la partita da gruppi di persone che urlavano slogan di sostegno alla Palestina. Il governo israeliano ha definito questi attacchi “antisemiti” e il primo ministro Benjamin Netanyahu ha inviato due aerei per recuperare i connazionali e facilitarne il rientro sicuro in Israele.
Gli attacchi sono stati compiuti dopo due giorni di crescente tensione: giovedì una manifestazione a favore della causa palestinese, organizzata per protestare contro l’arrivo dei tifosi israeliani, era stata vietata e spostata in una zona meno centrale della città.
Nel pomeriggio, prima della partita, decine di tifosi del Maccabi Tel Aviv che si erano radunati nel centro cittadino avevano intonato cori offensivi nei confronti dei palestinesi: i giornali nederlandesi hanno riferito che i tifosi israeliani avrebbero anche rimosso una bandiera palestinese appesa a un balcone, che sarebbe stata bruciata.
In serata, secondo quanto ricostruito dalla polizia, alcuni gruppi di persone hanno inseguito e attaccato singoli o piccoli gruppi di tifosi israeliani, con azioni programmate e dopo appostamenti. In alcuni video postati sui social media, ripresi anche da politici israeliani (ma non ancora verificati autonomamente dai maggiori media) si vedono alcuni di questi pestaggi, in cui gli assalitori urlano insulti in arabo e slogan a favore della Palestina: poi colpiscono i tifosi israeliani, anche quando questi sono a terra. In alcuni casi sarebbero stati usati bastoni e coltelli, secondo quanto riferito alla televisione israeliana Channel 13 da Yaakov Masri, uno dei tifosi aggrediti.
Le autorità israeliane nelle prime ore di venerdì hanno detto che alcuni dei tifosi arrivati ad Amsterdam non sarebbero al momento raggiungibili. La polizia nelle ore seguenti ha detto di non essere a conoscenza di casi di tifosi “dispersi”. Il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha invitato i connazionali nei Paesi Bassi a restare nelle proprie camere di albergo e ha parlato di «attacchi dovuti all’antisemitismo e portati avanti con una crudeltà inimmaginabile». La polizia nederlandese ha confermato 57 arresti, ma non ha parlato nei suoi comunicati di antisemitismo: alcuni degli arresti sono relativi a scontri fra i manifestanti pro-Palestina e la polizia, altri agli attacchi.
Nella tarda mattinata di venerdì la sindaca di Amsterdam Femke Halsema ha tenuto una conferenza stampa definendo quelle appena passate una «notte nera e un giorno oscuro» per la città. Ha detto che quello che è accaduto riportava alla memoria «i pogrom nei confronti degli ebrei della storia olandese ed europea» e ha sottolineato come nessuna possibile provocazione da parte dei tifosi israeliani potesse giustificare gli attacchi. Ha raccontato che questi ultimi sono avvenuti con gruppi di persone che arrivavano a bordi di motorini, «colpivano e scappavano»: non ha voluto rispondere alle domande che chiedevano informazioni sull’etnia degli arrestati.
Le squadre di calcio israeliane partecipano stabilmente alle competizioni europee dagli anni Novanta. Dal 7 ottobre 2023 la UEFA, federazione calcistica europea, ha deciso che giochino in campo neutro le partite che erano previste “in casa”, e quindi in Israele: la maggior parte dei club ha scelto paesi dell’Europa orientale, soprattutto l’Ungheria.