L’idea del governo di fare una centrale nucleare a Marghera non piace proprio a Luca Zaia
Il presidente del Veneto è stato molto categorico, a costo di mettersi contro esponenti della sua stessa parte politica
Il presidente del Veneto Luca Zaia si sta opponendo in maniera molto netta all’idea di costruire una centrale nucleare a Marghera, città vicino a Mestre con una delle più estese zone industriali d’Italia. È un progetto ipotizzato nelle ultime settimane da diversi esponenti del governo, e il fatto che Zaia sia così apertamente contrario è notevole perché il suo partito, la Lega, fa parte della maggioranza di governo.
Negli ultimi anni l’energia nucleare e la costruzione di nuovi impianti per produrla sono tornati al centro del dibattito pubblico, non solo italiano.
Secondo i governi di alcuni paesi del mondo e di parte della politica italiana, un rilancio dell’energia nucleare è fondamentale per ridurre nei prossimi decenni le emissioni di gas serra, che sono la principale causa del cambiamento climatico: l’energia nucleare è ritenuta da una parte dell’opinione pubblica il modo più rapido ed efficace per smettere di usare i combustibili fossili, facilitando così la transizione energetica. Al tempo stesso, anche per via di noti disastri ambientali avvenuti negli ultimi decenni, come quello di Chernobyl in Ucraina di quarant’anni fa o quello di Fukushima in Giappone del 2011, molte persone sono diffidenti nei confronti dell’energia nucleare.
Diversi paesi hanno deciso di interrompere l’uso dell’energia nucleare, anche dopo decenni in cui lo avevano fatto, giudicando che gli svantaggi fossero superiori ai vantaggi: è il caso per esempio della Germania o della Spagna. In Francia invece il governo ha iniziato da qualche anno a investire di nuovo nel nucleare, e anche altri paesi stanno andando nella stessa direzione.
L’ipotesi di costruire una centrale nucleare a Marghera è stata suggerita inizialmente da Renato Brunetta, a lungo parlamentare e più volte ministro in partiti di centrodestra, oggi presidente del Consiglio Nazionale per l’Economia e il Lavoro (CNEL, un organo consultivo del parlamento). Durante una visita a Venezia – che è la sua città – per il Venice Hydrogen Forum (un incontro internazionale di due giorni in cui si è discusso di produzione e commercio di idrogeno) Brunetta ha detto: «Vista la sua vocazione industriale, Porto Marghera potrebbe essere un sito per il nucleare». Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, di Forza Italia, era insieme a Brunetta a Venezia e poco prima aveva detto che l’energia nucleare è «l’unica pulita, senza emissioni». Pichetto Fratin non aveva però parlato direttamente di Marghera, e rispondendo a una domanda diretta aveva poi detto che parlarne adesso è «prematuro».
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Il discorso sulla centrale a Marghera è stato invece ripreso dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia, che a fine ottobre durante un evento per celebrare i due anni del governo aveva parlato di un disegno di legge sull’energia nucleare che il Consiglio dei ministri sarebbe pronto a discutere. Poi, rispondendo a una domanda sulla possibilità di costruire un impianto a Porto Marghera (la zona industriale di Marghera), ha detto che Venezia può essere un sito: «Confindustria ha detto di voler avanzare richieste in tutta Italia, per consentire alle imprese di essere più competitive».
Dopo questa seconda dichiarazione da parte di esponenti del governo nazionale, Zaia si è detto categoricamente contrario alla costruzione di un impianto nucleare a Porto Marghera, precisando che le scelte sull’adozione delle strategie energetiche italiane è di competenza del governo, ma che a decidere dove costruire gli impianti sono invece i presidenti di regione.
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Zaia ha motivato la propria contrarietà alla costruzione di un impianto nucleare a Porto Marghera con le conseguenze di possibili incidenti su un territorio come quello: ha detto che Marghera è vicina alla laguna, e che quindi un eventuale incidente alla centrale nucleare contaminerebbe il mare. Ha aggiunto che nella zona industriale di Marghera lavorano diverse aziende nel settore petrolchimico, cosa che a suo dire aggraverebbe le conseguenze di eventuali incidenti. Ha detto anche che, sempre nel caso in cui ci fosse un incidente, si renderebbe necessaria l’evacuazione di una «realtà simbolo» come il centro storico di Venezia.
Zaia dice di essere favorevole alla transizione energetica, ma che per costruire una centrale nucleare in Italia ci sono «tanti altri siti».
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