La famigerata breaker Raygun si ritira
Alle Olimpiadi era stata presa in giro per le sue performance goffe, e dopo tutte le critiche ricevute non se la sente più di partecipare alle competizioni
La breaker australiana Rachael Gunn, nota come “Raygun”, ha annunciato che non parteciperà più alle competizioni di breaking, la pratica per cui quest’estate era diventata una delle atlete più discusse e prese in giro alle Olimpiadi di Parigi. Gunn ha detto che nonostante molti avessero criticato le sue esibizioni, inizialmente aveva pensato di continuare a gareggiare: nel tempo però le polemiche e le critiche nei suoi confronti si sono amplificate così tanto da diventare «devastanti»: «Faccio ancora breaking, ma non gareggio. Non gareggerò più, no no», ha detto mercoledì a un programma della radio australiana 2DayFM.
Gunn è una ricercatrice universitaria di 37 anni, si occupa dell’impatto culturale e politico della break dance a Sydney e a Parigi 2024 ha rappresentato appunto l’Australia. Balla fin da quando era bambina, e oltre a studiare e praticare la breaking la insegna. Nell’ottobre del 2023 aveva vinto il campionato dell’Oceania, assicurandosi così un posto per le Olimpiadi, dove le sue esibizioni statiche, scoordinate e piene di passi goffi o volutamente buffi le avevano fatto perdere tutte e tre le prove disputate (in gergo battle), senza ottenere neanche un punto.
«Ballare è davvero divertente, ti fa stare bene e non credo che la gente si debba sentire male per il modo in cui balla», ha detto Gunn nell’intervista, alludendo ai meme e alle prese in giro ricevute a Parigi 2024, alcune affettuose e altre con più cattiveria. Tutte queste attenzioni e i giudizi a cui è stata sottoposta l’hanno lasciata «senza controllo su come le persone mi vedono, o su chi io sia», ha commentato: «Ero certa di voler continuare a gareggiare, ma adesso mi sembra davvero difficile poter gestire una battle».
La break dance nacque nella cultura hip hop afroamericana del Bronx negli anni Settanta ed è sempre stata interpretata come qualcosa di più vicino a una forma di espressione artistica e culturale, per quanto atletica, che a uno sport. Buona parte del movimento internazionale legato alla break dance non avrebbe voluto renderla uno sport olimpico, e per questo la sua stessa inclusione alle Olimpiadi di Parigi è stata piuttosto controversa.
Anche per queste ragioni durante le Olimpiadi diverse persone avevano accusato Gunn di aver ridicolizzato e sminuito la pratica nel momento della sua massima esposizione mediatica, durante i Giochi appunto. Lei si era difesa sostenendo di aver proposto una routine artistica e creativa perché non avrebbe mai potuto battere le altre atlete, e aveva preso le sue parti anche il Comitato olimpico australiano, definendo gli attacchi nei suoi confronti atti di bullismo e molestie.
Gunn comunque era stata esposta a polemiche e insulti anche dopo la fine delle Olimpiadi perché, in maniera piuttosto improbabile, era finita prima nel ranking mondiale della World DanceSport Federation (WDSF), l’organo di governo internazionale della danza sportiva riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Dipendeva da una serie di tecnicismi e coincidenze spiegabili proprio con il fatto che la breaking sia uno sport strutturato da molto poco tempo.
Nell’intervista di mercoledì Gunn ha anche parlato delle teorie del complotto legate alla sua qualificazione a Parigi 2024, come quella secondo cui Samuel Free, che è suo marito e anche il suo allenatore, avrebbe truccato in qualche modo la selezione per i Giochi per far partecipare lei a scapito di altre atlete australiane. Ha definito tutta la situazione «surreale» e le teorie attorno alle presunte manipolazioni «completamente matte».
«Voglio dire, ballo ancora e pratico ancora la breaking. Ma tipo che lo faccio nel mio salotto con il mio partner!», ha spiegato. A Los Angeles 2028 la disciplina non è prevista, ma anche se lo fosse lei ha escluso di volerci partecipare: parlando con i conduttori di questa ipotesi è scoppiata a ridere e ha detto un lungo no.
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