Ci sono disaccordi sul bilancio, alla base della crisi di governo in Germania
I Liberaldemocratici non la pensano come Socialisti e Verdi sulla crisi economica, e ora le differenze si stanno vedendo tutte
Mercoledì il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha licenziato il ministro delle Finanze, Christian Lindner, aprendo così una crisi di governo in Germania: Lindner è leader del Partito Liberale Democratico (FDP), uno dei tre partiti che insieme ai Socialdemocratici di Scholz (SPD) e ai Verdi forma la coalizione di governo. Il licenziamento di Lindner è stato seguito dalle dimissioni di altri tre ministri dell’FDP e dall’annuncio da parte di Scholz che il 15 gennaio del prossimo anno ci sarà un voto di fiducia del parlamento sul suo governo: è possibile che i Liberaldemocratici, di cui Scholz ha bisogno per raggiungere la maggioranza, voteranno contro, facendo cadere il governo e forzando le elezioni anticipate.
Il motivo scatenante della crisi è stato il mancato accordo tra Lindner, Scholz e Robert Habeck, il ministro dell’Economia e leader dei Verdi, sulle coperture per 9 miliardi di euro nella legge finanziaria per il 2025. È stato l’ultimo di una serie di disaccordi che vanno avanti da oltre un anno, dipendono da posizioni quasi inconciliabili dei tre leader e riguardano per lo più le riforme economiche che vorrebbe attuare il governo.
Da tempo Scholz e Habeck vogliono che Lindner accetti di allentare le rigide regole tedesche sul debito, in particolare una regola costituzionale conosciuta come “freno al debito”, che impone che il debito pubblico non salga più dello 0,35 per cento del PIL ogni anno, tranne che in situazioni eccezionali, come può essere una pandemia o una recessione. In questi casi il governo può superare il limite stabilito e i finanziamenti destinati ad affrontare certe emergenze non vengono considerati nel calcolo.
Secondo Scholz e Habeck scegliere questo approccio, e quindi anche aumentare per ulteriori 9 miliardi il debito pubblico (come del resto stanno facendo moltissimi paesi occidentali in questi anni), servirebbe a frenare la crisi che sta attraversando l’economia tedesca, in particolare nell’industria automobilistica. Lindner è totalmente contrario a questo approccio e, sostenendo che il debito non debba crescere oltre i limiti consentiti, ha proposto riforme per tagliare i costi pubblici che sono totalmente opposte a quelle suggerite dai suoi alleati di coalizione, fra cui l’introduzione di grandi cambiamenti nei sistemi di welfare e pensionistici e un ridimensionamento degli ambiziosi obiettivi climatici della Germania.
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Secondo quanto riportato da diversi giornali, alla riunione di mercoledì i tre leader hanno discusso anche del problema dei fondi all’Ucraina: Scholz e Habeck hanno sostenuto che dopo la vittoria di Donald Trump è probabile che gli Stati Uniti diminuiranno il loro sostegno economico e militare all’Ucraina e che per questo motivo nei prossimi mesi l’Unione Europea, e quindi anche la Germania, dovranno colmare questo divario. Questa situazione potrebbe essere presentata dal governo come una nuova “emergenza” e permettere quindi di allentare le regole sul debito per stanziare più fondi. Lindner si è però fermamente opposto a questa possibilità e ha proposto agli altri due di concordare una data per delle elezioni anticipate. Scholz ha duramente respinto questa possibilità e l’ha licenziato.
Le divergenze fra i tre partiti erano cominciate già a novembre del 2023 quando la Corte costituzionale tedesca, rispondendo a una causa avviata dall’opposizione di centrodestra, aveva dichiarato che la legge finanziaria per il 2023 e per il 2024 era illegale perché violava la legge tedesca del “freno al debito”.
Secondo la Corte, il governo aveva approvato grossi piani di investimento (legati soprattutto alla transizione energetica e allo sviluppo tecnologico) usando fondi d’emergenza che non erano stati spesi nel periodo della pandemia da coronavirus e della guerra in Ucraina. Il governo riteneva di poter usare quei soldi anche fuori dall’emergenza senza conteggiarli nel debito pubblico, e per questo aveva previsto enormi piani di investimento, ma la Corte gliel’ha impedito. Le spese che il governo aveva previsto di finanziare usando i fondi emergenziali sono così rimaste scoperte.
La sentenza della Corte costituzionale aveva quindi aperto un buco di bilancio di 45 miliardi di euro per il 2023 e di 17 miliardi per il 2024, creando enormi problemi all’interno del governo, che si era messo al lavoro per cercare una soluzione. Per i primi 45 miliardi ha decretato che il 2023 era stato un anno di emergenza, e che dunque i fondi emergenziali potevano essere comunque utilizzati, mentre per i 17 miliardi aveva dovuto fare grossi tagli alla spesa pubblica, in particolare ai fondi pubblici che il governo aveva stanziato per aiutare le aziende a completare più in fretta la transizione ecologica.
Durante quest’anno Lindner si era spesso appellato alla sentenza della Corte e alla Costituzione per far valere le sue idee, che però sono sempre meno popolari fra gli elettori tedeschi. Al suo posto Scholz, che a sua volta è ormai molto impopolare, ha nominato Jörg Kukies, attualmente segretario di Stato e membro dei Socialdemocratici. In che modo questo governo riuscirà a far approvare una legge di bilancio per il 2025 senza i Liberaldemocratici al momento non è chiaro.