Trump sta vincendo in tutti gli stati in bilico
In alcuni è già stato dichiarato vincitore, in altri è dato ampiamente in vantaggio rispetto a Kamala Harris
Negli Stati Uniti tutti gli stati hanno ormai chiuso i seggi per le elezioni presidenziali, è in corso lo spoglio dei voti e sembra ormai certa una vittoria del candidato Repubblicano ed ex presidente Donald Trump. Trump ha vinto o è fortemente in vantaggio in tutti e sette gli stati in bilico: sono quelli considerati i più contesi tra lui e Harris, in cui i sondaggi li avevano dati più vicini fino all’ultimo, e che per questo erano in grado di determinare l’esito di queste elezioni.
Trump è già stato dichiarato vincitore in North Carolina e in Georgia, entrambi stati con 16 grandi elettori. In North Carolina Trump ha ottenuto il 51,1 dei voti contro il 46,6 ottenuto da Harris. È uno stato in cui nell’ultimo mezzo secolo i Repubblicani hanno tradizionalmente ottenuto più voti dei Democratici, tranne che nel 1976 e nel 2008. Ultimamente il suo elettorato si era spostato progressivamente a sinistra, soprattutto nelle zone urbane. Nel 2020 Trump aveva vinto contro Joe Biden con un margine di appena 47mila voti: quest’anno ha recuperato vincendo con quasi il quadruplo di quei voti, circa 190mila.
In Georgia Trump ha vinto col 50,8 per cento dei voti, contro il 48,5 per cento ottenuto da Harris. La Georgia era stata considerata uno stato saldamente Repubblicano fino al 2016: alle elezioni del 2020 Biden aveva vinto con un margine di circa 11mila voti, dopo uno scrutinio durato diversi giorni. Stavolta Trump è stato dichiarato vincitore poche ore dopo, con un margine di oltre 119mila voti: più di dieci volte tanto. In Georgia un terzo dell’elettorato è afroamericano: è una fascia elettorale tradizionalmente orientata verso i Democratici e su cui Harris aveva puntato molto per assicurarsene il sostegno, ma le cose sono andate peggio di come sperava.
Trump è stato dichiarato vincitore anche in Pennsylvania, ed è stato probabilmente il momento decisivo, perché era il più importante degli stati in bilico essendo quello che assegna il numero più alto di grandi elettori (19). Con questi 19 grandi elettori, per Trump, ormai è fatta. Per superare la soglia di 269 grandi elettori, e quindi diventare presidente, infatti ora gliene bastano 3 considerati sicuri: i 3 grandi elettori dell’Alaska, l’ultimo stato a chiudere i seggi che è saldamente Repubblicano. Nel 2020 Trump aveva perso con un distacco di oltre 80mila voti su Joe Biden: al 96 per cento dello scrutinio, oggi ha un vantaggio di 119mila voti su Kamala Harris.
Negli altri stati in bilico lo scrutinio dei voti è ancora in corso, ma Trump è dato ampiamente in vantaggio rispetto a Harris. In Michigan, per esempio, è stato scrutinato l’88 per cento delle schede elettorali e Trump è dato al 51,1 per cento, mentre Harris al 47,2.
Come Michigan e Pennsylvania, il Wisconsin (10 grandi elettori) fa parte del cosiddetto Blue Wall, gruppo di stati a nord est degli Stati Uniti. Qui lo scrutinio è arrivato al 94 per cento e Trump ha un vantaggio di circa 110mila voti su Harris, con un distacco di circa 3,4 punti percentuali. Un tempo questi stati, dove vivono molti elettori bianchi, votavano in modo compatto per i Democratici. Non è più così. Le persone bianche con un basso livello d’istruzione sono la fascia elettorale in cui i Repubblicani hanno maggiori consensi. Nel 2020, in Wisconsin, Biden aveva superato Trump di poco più di 20mila voti.
Arizona e Nevada sono gli altri due stati che, insieme alla Georgia, compongono la cosiddetta Sun Belt. In Nevada (che assegna 6 grandi elettori) il conteggio è stato rallentato dalle grandi code ai seggi. Con l’83 per cento dei voti scrutinati, Trump è in vantaggio di oltre 60mila voti, con un distacco di 4,7 punti percentuali. In Arizona (11 grandi elettori) il conteggio è più indietro, è arrivato al 54 per cento: mancano 1,59 milioni di voti da scrutinare e Trump ha un vantaggio di poco meno di 51mila voti, con un distacco di circa 2,6 punti percentuali.
Nel 2020 in entrambi gli stati avevano vinto i Democratici. Il voto delle aree urbane, più popolate, dove storicamente i Democratici hanno maggiori consensi, potrebbe ridurre il divario tra i due candidati in Arizona, ma come detto vincere qui non basterebbe a Harris per rimontare.