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  • Mercoledì 6 novembre 2024

C’è una crisi di governo in Germania

Si è aperta dopo che il cancelliere Olaf Scholz ha licenziato il ministro delle Finanze Christian Lindner, leader dei Liberaldemocratici

Olaf Scholz, a destra, parla con Christian Lindner (Sean Gallup/Getty Images)
Olaf Scholz, a destra, parla con Christian Lindner (Sean Gallup/Getty Images)
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Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha licenziato il ministro delle Finanze, Christian Lindner, per divergenze sulle riforme economiche, aprendo così una crisi di governo in Germania. Il governo tedesco è infatti formato da una coalizione di tre partiti, i Socialdemocratici di Scholz (SPD), i Verdi e i Liberali dell’FDP, il cui leader è lo stesso Lindner: senza il sostegno dei Liberaldemocratici il governo non ha la maggioranza in parlamento. Dopo il licenziamento di Lindner si sono ritirati anche gli altri tre ministri dei Liberaldemocratici che facevano parte del governo di Scholz (che avevano deleghe alla Giustizia, ai Trasporti e all’Istruzione).

Teoricamente Scholz potrebbe restare a capo di un governo di minoranza, ma difficilmente riuscirebbe ad approvare la prossima legge di bilancio e altre misure importanti. In ogni caso Scholz sembra voler restare in carica almeno fino al 15 gennaio del 2025, data per la quale ha annunciato un voto di fiducia sul suo governo: a quel punto è molto probabile che perda la maggioranza in parlamento. Se dovesse andare così, il parlamento verrebbe sciolto e si andrebbe a elezioni entro marzo (devono tenersi entro 60 giorni dallo scioglimento del parlamento).

Non è ancora chiaro invece come Scholz riuscirà a governare e ad approvare leggi da qui al 15 gennaio: sembra intenzionato a cercare qualche forma di appoggio da parte di forze politiche esterne alla maggioranza, ma non è detto che ci riuscirà.

Il licenziamento di Lindner è stato comunicato al termine di un incontro tra i leader dei tre partiti della maggioranza, che dovevano discutere dei grossi problemi dell’economia tedesca e di come reperire circa 10 miliardi di euro necessari a finanziare il bilancio del prossimo anno. Già da giorni era chiaro che i tre partiti non avrebbero trovato un accordo sulle misure da attuare, e le discussioni durante l’incontro lo hanno confermato. Dopo l’incontro Lindner ha detto di aver proposto a Scholz di convocare subito le elezioni anticipate, ma quest’ultimo ha rifiutato ritenendo necessario rimanere in carica per approvare le leggi finanziarie necessarie da qui a fine anno, e lo ha licenziato.

Dopo l’incontro Scholz ha tenuto una conferenza stampa in cui ha accusato Lindner di preoccuparsi solo della sopravvivenza del suo partito senza curarsi del bene del governo. Scholz ha anche fatto sapere che parlerà presto con Friedrich Merz, il leader dei Cristiano-Democratici (CDU), principale partito di centrodestra tedesco che è stato a lungo al governo prima che Scholz diventasse cancelliere e ora principale partito di opposizione.

È probabile che Scholz voglia chiedere a Merz un appoggio esterno al suo governo fino al voto di fiducia del 15 gennaio, in modo da poter approvare le principali misure economiche per il 2025: accettare un “appoggio esterno” per la CDU vorrebbe dire votare con i partiti che sostengono il governo pur non facendone parte, o astenersi su alcuni provvedimenti in modo che il governo riesca a farli approvare anche senza la maggioranza assoluta dei parlamentari (la CDU è il secondo partito più rappresentato in parlamento, e quindi questa cosa è numericamente possibile). Merz ha convocato per giovedì mattina una riunione straordinaria con alcuni membri del suo partito.

Dopo Scholz hanno parlato alla stampa i leader dei Verdi all’interno del governo, Robert Habeck (ministro dell’Economia) e Annalena Baerbock (ministra degli Esteri): hanno detto di voler restare nella coalizione di governo e di ritenere necessarie nuove elezioni in primavera. In serata ha poi parlato anche Lindner, che ha detto di essere arrivato all’incontro con gli alleati di governo con diverse proposte per l’economia tedesca, rifiutate sia dai Socialdemocratici che dai Verdi. Ha poi accusato Scholz di aver banalizzato le preoccupazioni dei tedeschi e di avere proposte economiche deboli.

Scholz è cancelliere da dicembre del 2021, e quindi la naturale scadenza del suo mandato sarebbe a fine del 2025 (i cancellieri restano in carica 4 anni). È a capo di un governo che già in partenza fu molto difficile formare: si trovò un accordo solo dopo alcuni mesi e i programmi dei tre partiti di maggioranza sembrarono fin da subito molto diversi (la coalizione fu detta “semaforo”, per via dei tre colori associati ai tre partiti). Scholz è da tempo sempre più impopolare, ha subìto varie sconfitte locali e nelle ultime settimane i problemi dell’economia tedesca hanno aggravato la sua posizione, tanto che una crisi o una caduta del suo governo erano ritenuti probabili già da diversi giorni.