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  • Mercoledì 6 novembre 2024

Cosa sono questi falsi allarmi bomba negli stati in bilico

In particolare in Georgia: per ora si sono rivelati tutti falsi e l’FBI ha detto che alcuni sono riconducibili ad account russi

Un'osservatrice indipendente vigila sul voto in un seggio della contea di Fulton, in Georgia (AP Photo/John Bazemore)
Un'osservatrice indipendente vigila sul voto in un seggio della contea di Fulton, in Georgia (AP Photo/John Bazemore)
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Nelle ultime ore sono arrivate numerose segnalazioni di allarmi bomba in diversi seggi elettorali alle elezioni statunitensi: in particolare questi allarmi sono arrivati negli stati in bilico, tra cui la Georgia, ma ne sono arrivati anche in Pennsylvania, Arizona, Michigan e Wisconsin. In Georgia i seggi interessati sono stati più di 30, inclusa la contea di Fulton, che è la più popolosa dello stato e in cui si trova la città di Atlanta, mentre il fenomeno è stato più contenuto negli altri stati.

Al momento, tutte le segnalazioni ricevute sono state considerate dei falsi allarmi, ma prima la polizia ha dovuto controllare seggio per seggio: questo ha comportato l’evacuazione delle persone presenti in quel momento e la chiusura temporanea del seggio, creando evidenti disagi. I seggi poi sono stati riaperti e l’orario di chiusura è spesso stato esteso per recuperare il tempo perso. In un comunicato l’FBI, l’agenzia investigativa della polizia federale statunitense, ha specificato che nessuno di questi allarmi è risultato credibile.

Non è chiaro da dove siano provenute queste segnalazioni, che sono principalmente arrivate per email, ma l’FBI ha detto che alcune sono riconducibili ad account russi. Alcuni indirizzi email da cui sono arrivati gli allarmi sarebbero già stati utilizzati in precedenti tentativi da parte della Russia di interferire con le elezioni statunitensi. Sempre martedì l’FBI aveva smentito alcuni video, diffusi online, che le attribuivano falsamente un’allerta terroristica e la raccomandazione di non andare ai seggi.

La Russia era già stata accusata di aver provato a interferire nelle elezioni presidenziali del 2016, vinte da Donald Trump contro Hillary Clinton, con un’ampia campagna di disinformazione a favore di Trump condotta dalla Internet Research Agency (IRA). La compagnia, con sede a San Pietroburgo, sfruttava il lavoro di centinaia di dipendenti per creare account di Twitter e Facebook con i quali far circolare notizie false e per organizzare eventi e manifestazioni. L’IRA aveva provato a interferire nelle elezioni presidenziali anche nel 2020, sempre per favorire Trump (che poi perse contro Joe Biden).

– Leggi anche: Gli Stati Uniti riprovano a bloccare la disinformazione russa sulle elezioni presidenziali