La Corte Suprema del Messico non ha giudicato incostituzionale la contestata riforma del sistema giudiziario

L'aula della Corte Suprema del Messico
L'aula della Corte Suprema del Messico (AP Photo/Marco Ugarte)

Martedì la Corte Suprema del Messico si è riunita per discutere un ricorso sulla contestata riforma della giustizia voluta dall’ex presidente Andrés Manuel López Obrador ed entrata in vigore a settembre, ma non ha giudicato incostituzionali le parti che doveva prendere in considerazione.

La riforma ha reso elettive le cariche di tutti i giudici, inclusi quelli della Corte Suprema, che prima erano nominati dal Senato. Era stata contestata da parte dei giudici e dai lavoratori dei tribunali, oltre che dai partecipanti a grandi manifestazioni di piazza, per il rischio che politicizzi la magistratura e la renda più dipendente dal governo. I giudici della Corte Suprema dovevano valutare la costituzionalità dell’elezione dei giudici federali e locali: dopo varie ore di dibattito, solo 7 degli 11 giudici della Corte l’hanno giudicata incostituzionale, ma serviva una maggioranza di 8 perché fosse effettivamente dichiarata tale.

In virtù della riforma del sistema giudiziario a giugno del 2025 circa metà delle 7.000 cariche giudiziarie messicane sarà sottoposta a elezioni, le restanti nel 2027.

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