Un politico di estrema destra danese che bruciò il Corano in diverse manifestazioni in Svezia è stato condannato a 4 mesi di carcere

Rasmus Paludan brucia il Corano il 21 gennaio 2023 a Stoccolma, in Svezia (Jonas Gratzer/Getty Images)
Rasmus Paludan brucia il Corano il 21 gennaio 2023 a Stoccolma, in Svezia (Jonas Gratzer/Getty Images)

Rasmus Paludan, un politico di estrema destra danese che nel 2022 bruciò il Corano in diverse manifestazioni in Svezia, è stato condannato a 4 mesi di carcere per incitamento all’odio e oltraggio nei confronti di un gruppo etnico. Dovrà inoltre pagare una multa equivalente a circa 6.700 euro. Paludan ha negato le accuse e ha detto che farà ricorso contro la sentenza. I giudici hanno detto che la pena include il carcere perché Paludan era già stato condannato per reati simili in precedenza, in Danimarca.

Durante le manifestazioni del 2022 Paludan, leader del partito danese di estrema destra Stram Kurs (“Linea dura”), tenne diversi discorsi dai contenuti razzisti e islamofobi, in cui insultò le persone di fede islamica e in generale persone «arabe e africane», e in un raduno del maggio di quell’anno bruciò una copia del Corano, il libro sacro dell’Islam. Lo fece di nuovo nel gennaio del 2023, davanti alla sede dell’ambasciata turca a Stoccolma: quel rogo causò grosse polemiche e proteste in Turchia, e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan minacciò che non avrebbe ratificato l’ingresso della Svezia nella NATO (cosa che alla fine ha fatto quest’anno).

Il giudice che ha presieduto il processo il mese scorso aveva detto che sebbene sia legale esprimere opinioni critiche sull’Islam e i musulmani, «la mancanza di rispetto verso un gruppo di persone non deve superare chiaramente i limiti di una discussione fattuale e valida. In questi casi, non c’era traccia di questo tipo di discussione. Le affermazioni [di Paludan] consistevano solamente in insulti e diffamazioni contro i musulmani».