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  • Martedì 5 novembre 2024

Le ultime cose da ripassare prima della notte elettorale americana

Orari, sondaggi e cose da leggere per arrivare preparati a uno scrutinio che durerà molte ore (se va bene)

Donald Trump a un comizio ad Albuquerque, New Mexico, 31 ottobre 2024 (Chip Somodevilla/Getty Images)
Donald Trump a un comizio ad Albuquerque, New Mexico, 31 ottobre 2024 (Chip Somodevilla/Getty Images)
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Nella notte fra martedì e mercoledì negli Stati Uniti si terrà lo scrutinio delle elezioni presidenziali, i cui candidati principali sono l’ex presidente Repubblicano Donald Trump e la vicepresidente in carica, Kamala Harris, per i Democratici. I due candidati offrono due visioni radicalmente diverse del futuro del paese e dei suoi rapporti col resto del mondo.

Il Post seguirà lo scrutinio con una diretta video che inizierà alle 22:30 di martedì (ma forse anche qualche minuto prima, chissà) e un liveblog, aperto già da martedì mattina. Per come è fatto il sistema elettorale statunitense i seggi nei vari stati non chiuderanno tutti insieme, ma in un arco di tempo fra l’una di mattina di mercoledì, ora italiana, e le sette.

Semplificando moltissimo, se uno dei due candidati principali avrà ottenuto una vittoria netta, lo sapremo già nelle prime ore di mercoledì. Se invece andrà come prevede gran parte dei sondaggi, che danno Trump e Harris praticamente pari negli stati in cui si deciderà, è possibile che ci vorrà qualche giorno.

Gli orari, in ordine e in sintesi
Alle 23 ora italiana usciranno alcuni exit poll realizzati dai principali giornali statunitensi: non sono exit poll per come li conosciamo qui, cioè non conterranno precise indicazioni di voto, ma conterranno dati potenzialmente interessanti sulla composizione dell’elettorato e sui temi più sentiti da chi è andato a votare. All’una di notte chiuderanno i seggi in 6 stati: quelli da tenere d’occhio saranno Virginia e soprattutto Georgia, cioè uno di quelli in bilico, che potrebbero decidere le elezioni.

All’una e mezza chiuderanno i seggi in Ohio, West Virginia, ma soprattutto in North Carolina, dove i sondaggi danno Harris e Trump praticamente pari. Alle 2 chiuderanno i seggi in 16 stati e nel distretto di Washington: in quasi tutti Trump o Harris sono dati in grande vantaggio, mentre lo stato da seguire con più attenzione sarà la Pennsylvania. Soprattutto Harris non può permettersi di perderla, se vuole avere buone possibilità di vincere. Fra le 3 e le 4 chiuderanno altri 18 stati fra cui quattro di quelli in bilico: Michigan, Wisconsin, Arizona e Nevada. Gli ultimi stati a chiudere i seggi saranno Hawaii e Alaska, rispettivamente alle 6 e alle 7 italiane: siamo già certi che laggiù vinceranno rispettivamente i Democratici e i Repubblicani.

Un ripasso generale
Per chi ha la sensazione di essersi perso dei pezzi, sul Post abbiamo spiegato, fra le altre cose, come si elegge materialmente un presidente o una presidente (e quindi chi sono questi famigerati “grandi elettori”); quali sono i sette stati in bilico dove di fatto a meno di enormi sorprese si deciderà il vincitore o la vincitrice di queste elezioni; quali e quante formule ed espressioni sentirete ripetere più volte nei prossimi giorni – Blue Wall! Roe v. Wade! Project 2025!; come sono andati gli ultimi giorni di campagna elettorale per Harris e Trump; in cosa consistono gli enormi sforzi di Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, per fare eleggere Trump.

Se poi non vi bastassero, potete ripescare dalla libreria o chiedere in prestito il numero di Cose spiegate bene sulle elezioni negli Stati Uniti, intitolato “Ogni quattro anni”. O ancora, leggere le 84 risposte che il vicedirettore Francesco Costa ha dato alle 84 domande più frequenti che ha ricevuto in questi giorni, sulle elezioni e tutto quello che ci gira intorno.

Cosa dicono gli ultimi sondaggi
Danno Harris e Trump sostanzialmente pari, sia a livello nazionale sia negli stati in bilico, nonostante negli ultimi giorni sembra che alcuni sondaggi in particolare siano stati un filo più positivi per Harris (tanto che anche i suoi collaboratori si dicono più ottimisti rispetto a qualche tempo fa).

La media dei sondaggi negli stati in bilico curata dal New York Times dice che Harris e Trump sono praticamente pari in Pennsylvania, che Harris è data leggermente avanti in Michigan e Wisconsin, mentre Trump in Nevada, Arizona, Georgia, e North Carolina. Il sondaggista Nate Silver, il più rispettato fra quelli che si occupano di politica statunitense, ha scritto che anche i sondaggi finali «fanno pensare a un’elezione estremamente in bilico, in cui ciascun candidato ha il 50 per cento di possibilità di ottenere la vittoria finale».

Quando sapremo qualcosa?
Se ci sarà un netto vincitore o una netta vincitrice lo sapremo già mercoledì mattina. Nel 2016, quando Trump e Hillary Clinton arrivarono a distanza di due punti percentuali e Trump vinse per un soffio in diversi stati del cosiddetto Blue Wall, Associated Press assegnò la vittoria a Trump alle 8:29 di mercoledì, ora italiana (anche se già dalle 5-6 del mattino si era capito che Trump era ormai il favorito).

Nel 2020 le operazioni di voto si protrassero per diversi giorni anche per via della grandissima quantità di voti ricevuti per posta, dato che si votò durante il picco della pandemia da coronavirus: quest’anno i voti per posta sono stati molti di meno, e i singoli stati hanno reso più efficienti le procedure per scrutinarli.

Lo scrutinio potrebbe durare a lungo, e protrarsi anche nel corso della settimana, soltanto nel caso Trump e Harris arrivassero davvero pari in vari stati in bilico: eventualità che al momento non si può escludere.