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  • Martedì 5 novembre 2024

Benjamin Netanyahu ha licenziato Yoav Gallant

Il primo ministro israeliano ha annunciato di aver rimosso dal suo incarico il ministro della Difesa, con cui aveva delle «divergenze» da mesi

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant, il 28 ottobre 2023 (Abir Sultan/Pool Photo via AP)
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant, il 28 ottobre 2023 (Abir Sultan/Pool Photo via AP)
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Martedì sera il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha licenziato il ministro della Difesa Yoav Gallant. Netanyahu ha proposto al ministro degli Esteri Israel Katz di prendere il posto di Gallant. Invece a Gideon Sa’ar, il leader del partito di opposizione Nuova Speranza che si era da poco unito alla coalizione di governo come ministro senza portafoglio, Netanyahu ha proposto di prendere il posto di Katz: Sa’ar ha accettato.

Negli ultimi mesi sui giornali israeliani si era parlato della possibilità che Netanyahu stesse valutando di rimuovere dal suo incarico Gallant, che fa parte del suo stesso partito, il Likud, a causa della sua opposizione alla legge sull’esenzione militare agli ultraortodossi e più in generale riguardo alla gestione della guerra nella Striscia di Gaza. Annunciando il licenziamento di Gallant, Netanyahu ha detto che negli ultimi mesi la fiducia tra lui e il ministro della Difesa «si è consumata».

Netanyahu ha anche detto: «Gravi differenze sono emerse tra me e Gallant a proposito della gestione della campagna militare, e queste divergenze sono state accompagnate da dichiarazioni e azioni che hanno contraddetto sia il governo che le decisioni dell’esecutivo. Ho compiuto sforzi ripetuti per colmare queste divergenze, ma si sono solo allargate».

Gallant, che è un generale dell’esercito ed era il ministro della Difesa di Israele dal 2022, ha commentato il proprio licenziamento dicendo che era in conflitto con Netanyahu su tre questioni: «La mia posizione molto rigida sulla coscrizione universale, l’impegno per far tornare a casa gli ostaggi e il mio appello per formare una commissione d’inchiesta statale sul fallimento del 7 ottobre».

Netanyahu aveva già provato a licenziare Gallant nel marzo del 2023, dopo che il ministro della Difesa aveva proposto di sospendere la contestata riforma della giustizia voluta dal primo ministro. L’annuncio del licenziamento di Gallant però aveva provocato due giorni di grandi proteste e uno sciopero generale in tutto il paese: per placare le proteste il governo israeliano aveva deciso di sospendere la discussione sulla riforma fino all’estate e il licenziamento di Gallant non era mai stato formalizzato. Alla fine era stato ritirato.

Dopo l’annuncio del licenziamento di Gallant alcuni leader politici d’opposizione hanno criticato Netanyahu – il centrista Yair Lapid ha detto che è una «follia» licenziare il ministro della Difesa durante una guerra – e hanno invitato gli israeliani a protestare. Circa mille persone si sono radunate per protestare vicino alla casa del primo ministro a Gerusalemme, qualche migliaio invece ha preso parte a un corteo a Tel Aviv, che ha bloccato il traffico sulla superstrada Ayalon. Altre manifestazioni più piccole sono in corso in altre città nel nord di Israele.

Un falò al centro di un gruppo di persone con delle bandiere israeliane

Una protesta contro il licenziamento di Yoav Gallant a Tel Aviv, il 5 novembre 2024 (AP Photo/Oded Balilty)

In questo momento Netanyahu ha delle difficoltà con il partito Ebraismo della Torah Unito, che rappresenta una grossa parte di ebrei ultraortodossi, per aver ritrattato sul sostegno a un disegno di legge a sostegno degli studenti delle yeshiva, le scuole religiose dell’ebraismo ortodosso, che non fanno il servizio militare. Proprio martedì, parlando con dei soldati israeliani, Gallant aveva detto che l’esercito ha bisogno di molte nuove reclute, «principalmente dalla comunità haredi», cioè ultraortodossa.

Le nomine di Katz e Sa’ar richiederanno l’approvazione del governo e poi del parlamento israeliano per diventare effettive. Secondo fonti anonime del quotidiano Haaretz vicine a Netanyahu, il primo ministro sta pensando di licenziare anche Herzi Halevi, capo dell’esercito israeliano, e Ronen Bar, capo dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano, ma Netanyahu ha smentito. Bar da mesi si sta scontrando con il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, uno dei principali leader dell’estrema destra religiosa e nazionalista. Ben Gvir ha commentato il licenziamento di Gallant dicendo che Netanyahu ha fatto la «scelta giusta».

– Leggi anche: La fuga di notizie che sta mettendo in imbarazzo Netanyahu