Il leader dell’opposizione del Mozambico, Venâncio Mondlane, ha detto di essere sfuggito a un tentativo di omicidio in Sudafrica
Il leader dell’opposizione del Mozambico Venâncio Mondlane, che alle presidenziali del 9 ottobre era arrivato secondo, ha detto di essere sfuggito a un tentativo di omicidio in Sudafrica, dove aveva cercato rifugio dopo le elezioni, avendone contestato i risultati.
In un video pubblicato su Facebook, Mondlane ha raccontato di essere dovuto scappare con la moglie e la figlia dopo che delle persone si erano introdotte in casa sua a Johannesburg per cercare di ucciderlo, ma senza fornire alcuna prova. Al momento le autorità del Mozambico non hanno commentato. Il ministero degli Esteri del Sudafrica ha detto all’agenzia di stampa AFP che non sapeva nemmeno che Mondlane fosse nel paese e che la questione sarebbe stata segnalata alla polizia.
Mondlane aveva lasciato il Mozambico circa due settimane fa, dopo che il suo assistente e il suo avvocato erano stati uccisi mentre raccoglievano i documenti necessari a contestare i risultati elettorali. Le elezioni presidenziali erano state vinte con il 70,6 per cento dei voti da Daniel Chapo, candidato del Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo), il partito che governa il paese dal 1975, quando divenne indipendente dal Portogallo. Mondlane, un banchiere e ingegnere forestale formalmente indipendente ma sostenuto dal Partito ottimista per lo sviluppo del Mozambico (Podemos), si era fermato al 20,3 per cento. Frelimo invece aveva anche ottenuto l’elezione della maggioranza dei parlamentari, dato che in contemporanea si erano tenute le elezioni legislative.
Dopo che i risultati preliminari avevano indicato Chapo come il probabile vincitore, nel paese erano iniziate violente proteste represse dalla polizia. In questo contesto Mondlane, considerato il principale avversario di Chapo, aveva convocato uno sciopero nazionale e una manifestazione nella capitale Maputo.