Dopo l’alluvione Valencia è diventata un centro logistico per gli aiuti
Negli stadi, nei negozi e negli spazi pubblici si raccolgono e smistano beni essenziali, prima di essere inviati nei luoghi più colpiti
Le disastrose alluvioni che la settimana scorsa hanno causato almeno 217 morti nel sud-est della Spagna hanno colpito soprattutto le zone appena a sud di Valencia: nei giorni scorsi quindi molti spazi della città, fra cui due stadi da calcio, sono stati adattati per ricevere, smistare e distribuire i molti aiuti e le migliaia di volontari arrivati da tutta la Spagna.
Il governo regionale ha limitato l’ingresso dei volontari nelle zone che hanno subìto i danni maggiori, in cui la circolazione è ancora difficoltosa, per non rischiare di intralciare le ricerche dei dispersi, molto complesse e ancora in corso. Già sabato 15mila persone si erano presentate alla Città delle Arti e delle Scienze, un gruppo di musei trasformato in centro di smistamento per i volontari: inizialmente era previsto che le squadre di volontari includessero solo 2.500 persone, trasportate nelle zone più colpite con degli autobus e guidate da operatori professionisti. In seguito sono stati organizzati degli autobus aggiuntivi e i volontari inseriti nelle squadre di soccorso sono stati 8mila, ma a moltissime persone è stato comunque detto di andare via e ripresentarsi nei giorni successivi.
Migliaia di persone quindi si sono fermate in città, dove comunque c’è molto bisogno di manodopera per gestire gli aiuti: in molti casi gli spazi predisposti per accoglierli si sono riempiti in poche ore, la settimana scorsa. Ora è necessario organizzarli e impacchettarli prima di inviarli in luoghi come Paiporta, una decina di chilometri a sud della città, dove moltissime case si sono allagate e sono morte decine di persone.
El País, il principale quotidiano spagnolo, ha parlato con diverse persone al lavoro in luoghi come questi. Secondo Héctor Conesa, che gestisce lo smistamento degli aiuti in uno stadio della città, nei prossimi giorni serviranno soprattutto attrezzi per ripulire le strade e gli edifici allagati, ancora pieni di fango. Mentre molte persone hanno sùbito donato cibi in conserva, acqua e medicinali, ora serviranno pale, stivali e guanti.
Molti negozi hanno messo a disposizione i propri locali per immagazzinare e in certi casi anche smistare le donazioni. Fra questi c’è una farmacia nella zona nord della città, dove sono arrivati anche alimenti senza lattosio oppure adatti alle persone celiache, e dosi di insulina per i diabetici. Anche gli spazi di proprietà del comune sono stati convertiti in centri di smistamento: in quello del quartiere di Benimaclet decine di persone organizzano il carico e la distribuzione di aiuti con 8 camionette.
I principali centri logistici sono i due stadi di calcio cittadini: lo stadio Ciutat de Valencia e il più grosso stadio di Mestalla. In molti casi i beni che arrivano negli spazi privati e pubblici adibiti a punti di raccolta vengono impacchettati e inviati negli stadi. I maggiori spazi all’interno degli stadi permettono di ricevere una maggior varietà di beni, come cavi per caricare il telefono e anche generatori elettrici. Gli aiuti vengono qui raggruppati e inscatolati, per poi essere caricati nei camion che si sono resi disponibili a portarli nei luoghi dove ci sono stati gli allagamenti peggiori.
Molti degli autisti e dei volontari si sono lamentati del fatto che la polizia spesso fermi per molto tempo gli aiuti che cercano di entrare nelle zone in cui sono ancora in corso le ricerche e i soccorsi. Molti attribuiscono le inefficienze dell’organizzazione degli aiuti e dei soccorsi all’amministrazione regionale della Comunità autonoma di Valencia. Nei giorni scorsi la Generalitat, il governo regionale, aveva già ricevuto molte critiche per i presunti ritardi nella diffusione dell’allarme per l’alluvione, che secondo molti hanno contribuito a causare un numero così alto di morti. Anche il governo centrale e il re di Spagna sono stati contestati.
– Guarda anche: Gli allagamenti e il fango provocati dall’alluvione in Spagna, visti dai satelliti