Al ballottaggio in Moldavia ha vinto la presidente uscente
A scrutinio quasi completato l'europeista Maia Sandu ha ottenuto il 55 per cento dei voti, circa 180mila in più del filorusso Alexandru Stoianoglo
La presidente uscente della Moldavia, l’europeista Maia Sandu, espressa dal Partito di Azione e Solidarietà (PAS), ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali che si è tenuto domenica nel paese. Ha ottenuto il 55,4 per cento dei voti; il candidato del Partito Socialista, il filorusso Alexandru Stoianoglo, poco meno del 44,6 per cento.
L’esito del ballottaggio nel piccolo paese di circa 2,4 milioni di abitanti tra Romania e Ucraina non era per niente scontato.
In Moldavia il presidente ha un ruolo simile a quello italiano: convoca e scioglie le camere, promulga le leggi, nomina il governo e più in generale agisce come rappresentante e garante delle istituzioni del paese; viene però eletto in modo diretto e ha iniziativa legislativa. Nonostante al primo turno di domenica 20 ottobre Sandu avesse ottenuto il 42 per cento dei voti, con un distacco significativo dal 26 di Stoianoglo, al secondo turno la presidente uscente non aveva il sostegno di altre forze politiche. Stoianoglo invece ha potuto contare su una parte dei voti che era andata ad altri candidati di opposizione a Sandu, a loro volta filorussi. In base ai dati diffusi dalla Commissione elettorale nazionale l’affluenza è stata del 54,2 per cento.
Fino all’agosto del 1991 la Moldavia ha fatto parte dell’Unione Sovietica, e nonostante negli anni abbia adottato posizioni sempre più filoccidentali ha continuato a subire influenze russe molto forti. Dopo l’indipendenza il paese è stato governato per lo più da politici filorussi ed economicamente è stato molto dipendente dalla Russia: in tempi recenti invece le cose hanno iniziato a cambiare, soprattutto con l’elezione di Sandu.
Assieme al primo turno delle presidenziali, due settimane fa in Moldavia c’era stato un referendum che proponeva di inserire nella Costituzione moldava l’entrata nell’Unione Europea come un «obiettivo strategico» del paese. Seppur con un margine molto piccolo aveva vinto il sì: il voto era considerato perlopiù simbolico e serviva soprattutto a legittimare le proposte delle forze politiche filoeuropee. La Moldavia infatti è già candidata all’ingresso nell’Unione Europea, per il quale lo scorso dicembre erano stati avviati i negoziati, e la modifica della Costituzione prevista dal referendum non avrà conseguenze pratiche particolari.
In vista delle elezioni e del referendum di due settimane fa, la Russia aveva cercato a modo suo di influenzare il voto, in particolare attraverso campagne di disinformazione e finanziamenti occulti.
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