Un ex poliziotto statunitense è stato dichiarato colpevole in un processo sull’omicidio di Breonna Taylor nel 2020

Il volto di Breonna Taylor dipinto su un'area asfaltata e visto dall'alto
Un ritratto di Breonna Taylor in una zona asfaltata di Chambers Park ad Annapolis, nel Maryland, il 6 luglio 2020 (AP Photo/Julio Cortez)

Venerdì l’ex detective statunitense Brett Hankison è stato dichiarato colpevole di aver violato i diritti civili di Breonna Taylor, la donna afroamericana di 26 anni uccisa dalla polizia durante una perquisizione nel suo appartamento a Louisville, in Kentucky, nel 2020. È la prima volta che un ex poliziotto viene riconosciuto colpevole nei processi legati alla morte di Taylor, che fu uno dei casi di abusi della polizia contro la comunità afroamericana al centro delle proteste del movimento Black Lives Matter. Hankison, che ha 47 anni, potrebbe essere condannato all’ergastolo per l’uso eccessivo di forza nei confronti della donna: era il primo dei quattro poliziotti coinvolti nei processi sull’omicidio di Taylor a essere giudicato da una giuria.

Il 13 marzo del 2020 tre poliziotti spararono decine di colpi in casa di Taylor, dove avevano fatto irruzione durante la notte, senza annunciarsi, sospettando che un ex fidanzato della donna nascondesse delle droghe illegali nell’abitazione. I poliziotti iniziarono a sparare dopo che il compagno di Taylor, Kenneth Walker, sparò un colpo per primo, senza sapere chi si fosse introdotto in casa. Nessuno dei 10 proiettili sparati da Hankison colpì Taylor o altre persone (Taylor fu uccisa da un altro dei poliziotti che stavano facendo la perquisizione). Secondo l’accusa però l’uso della forza di Hankison fu ingiustificato.

È la seconda volta che si fa il processo contro Hankison: la prima volta la giuria non era riuscita a mettersi d’accordo sul verdetto. La sentenza è attesa per il marzo del prossimo anno.