Dal 2025 a Bologna i taxi costeranno un po’ di più

Il comune lo ha deciso dopo una lunga trattativa con i tassisti, che si lamentavano di 69 nuove licenze

Una protesta dei tassisti in piazza Maggiore a Bologna, a marzo del 2023 (Guido Calamosca/LaPresse)
Una protesta dei tassisti in piazza Maggiore a Bologna, a marzo del 2023 (Guido Calamosca/LaPresse)
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Dopo molte discussioni, a Bologna le associazioni sindacali che rappresentano i tassisti si sono messe d’accordo con l’amministrazione comunale per un aumento delle tariffe: da gennaio del 2025 andare in taxi a Bologna costerà il 16 per cento in più, e la chiamata al radio taxi passerà da 1,15 a 1,35 euro. In città le tariffe non cambiavano dal 2018 e i tassisti chiedevano un aumento da quasi due anni: sono riusciti a ottenerlo come parte di un accordo in cui hanno infine accettato l’introduzione di 69 nuove licenze di taxi da parte del comune, che avevano fortemente osteggiato negli ultimi mesi (significa un aumento di circa il 10 per cento rispetto all’offerta attuale).

I tassisti sono generalmente contrari a nuove licenze per il timore che una maggiore offerta comporti per loro una diminuzione dei guadagni e soprattutto una perdita di valore della licenza in loro possesso, che di solito è stata acquistata a prezzi molto alti. Sulle licenze esiste anche una compravendita tra i tassisti che vogliono andare in pensione e quelli nuovi: per i tassisti è quindi importante che non perdano valore, perché meno licenze ci sono in giro e più il prezzo a cui vengono cedute potrà essere alto.

Come in altre grandi città italiane, negli ultimi tempi a Bologna il servizio dei taxi è stato criticato e giudicato carente. È soprattutto per questo che il comune aveva aperto un bando per 72 nuove licenze (poi è riuscito a venderne 69), a un prezzo di 150mila euro l’una: a questi però potevano essere applicati vari sconti in base al tipo di veicolo (c’erano agevolazioni per quelli a basse emissioni) e ai servizi offerti (se per esempio si proponevano per orari particolarmente carenti, o se erano attrezzati per le persone in carrozzina), fino ad arrivare a 90mila euro per licenza.

È un prezzo che le associazioni di categoria dei tassisti giudicavano troppo basso e per il quale si erano molto lamentati. L’assessore con delega alle Relazioni sindacali, Massimo Bugani, che ha seguito la trattativa coi tassisti, ha invece rivendicato la scelta di un prezzo più contenuto rispetto al solito, sostenendo che se fosse stato più alto il comune non sarebbe riuscito ad assegnare così tante nuove licenze.

Il comune avrebbe potuto introdurre le nuove licenze anche senza alcun accordo, naturalmente, ma ha preferito non inimicarsi la categoria facendo alcune concessioni. I tassisti sono notoriamente una categoria molto influente e che spesso ha ottenuto dalla politica condizioni vantaggiose dopo proteste e scioperi.

Un corteo di taxi durante una protesta a Bologna a marzo del 2023 (Guido Calamosca/LaPresse)

Nelle discussioni degli ultimi giorni con il comune i tassisti hanno chiesto anche la possibilità di passare in alcune vie pedonali o dedicate solo ai tram dove ora gli è vietato, oltre alla creazione di due nuove corsie preferenziali: tutte cose che servirebbero ad aggirare i problemi creati da alcuni cantieri in città, come quello per preservare la torre della Garisenda in centro. Su questo Bugani non ha ancora dato certezze e ha detto che se ne potrà discutere nei prossimi mesi: l’accordo prevede infatti anche incontri mensili con le associazioni dei tassisti, che chiedevano uno spazio in cui informare il comune delle loro necessità con maggiore continuità.

Bugani ha anche fatto sapere che l’accordo permetterà di fare entrare in funzione una piattaforma elaborata dal comune per il monitoraggio del servizio dei taxi, da cui si potrà controllare meglio la copertura dei turni e la distribuzione sulle strade: era pronta da un anno, ma il comune aveva aspettato ad attivarla sempre perché la categoria era stata contraria.