In Bolivia un gruppo di sostenitori dell’ex presidente Evo Morales ha preso il controllo di una base militare
Venerdì in Bolivia alcuni sostenitori dell’ex presidente Evo Morales, definiti un «gruppo armato irregolare» in un comunicato dell’esercito, ha preso il controllo di una base militare, prendendo in ostaggio soldati e civili presenti e impossessandosi di armi e munizioni. In un video girato nella base, che si trova vicino alla cittadina di Villa Tunari, nella Bolivia centrale, si vedono diversi soldati e civili con le mani legate dietro alla schiena, in mezzo a molti uomini e donne armati di bastoni.
L’obiettivo dei sostenitori di Morales è impedire che l’esercito sgomberi un grosso blocco stradale sempre in sostegno all’ex presidente a Parotani, a un centinaio di chilometri da Villa Tunari. Là da quasi tre settimane migliaia di persone bloccano l’autostrada, creando grossi danni economici e disagi per i trasporti nel paese: chiedono le dimissioni dell’attuale presidente Luis Arce (che fino a poco tempo fa faceva parte dello stesso partito di sinistra di Morales, Movimiento al Socialismo), che l’ex presidente non venga processato per le accuse di abusi su minori contro di lui, e che gli sia permesso di ricandidarsi alle presidenziali del 2025.
Morales fu presidente 2006 al 2019, quando fu accusato di brogli elettorali e costretto a fuggire dal paese. Nel novembre del 2020 Morales era rientrato in Bolivia e nel 2023 aveva detto di volersi ricandidare alle elezioni. Da allora tra Morales e Arce si è aperto un forte scontro politico: secondo il governo, Morales ha già raggiunto il limite di due mandati stabilito nel 2023 dalla Corte costituzionale, mentre secondo l’ex presidente la Costituzione non gli impedisce di candidarsi di nuovo dato che il divieto dei due mandati riguarderebbe solo quelli consecutivi. Domenica sempre a Villa Tunari Morales aveva subìto un attentato, da cui però era uscito illeso.