Perché il comizio razzista di New York è un problema per i Repubblicani
Gli insulti del comico amico di Trump potrebbero spingere molte persone portoricane che vivono negli stati in bilico a votare per Harris
Il comitato di Donald Trump, l’ex presidente degli Stati Uniti candidato alle presidenziali con i Repubblicani, sta cercando di prendere le distanze dagli interventi più razzisti e misogini fatti dagli oratori del suo comizio di domenica sera al Madison Square Garden, il famoso palazzetto dello sport di New York.
La ragione non è un ravvedimento su una retorica particolarmente violenta: semplicemente, lo staff di Trump si è reso conto che i discorsi più duri e rabbiosi – soprattutto quello del comico Tony Hinchcliffe – possono costargli consensi decisivi, e quindi la vittoria alle elezioni, in un momento in cui Trump e la candidata dei Democratici, Kamala Harris, sono praticamente pari in tutti gli stati in bilico.
Tra le altre cose, Hinchcliffe aveva definito l’isola di Porto Rico «un’isola di spazzatura galleggiante» e aveva detto che le persone latinoamericane «adorano fare bambini», proseguendo poi con alcune battute crude, perpetuando stereotipi razziali su altre minoranze, incluse le persone ebree e afroamericane.
Lunedì il comitato di Trump ha diffuso un comunicato per dire che le dichiarazioni di Hinchcliffe «non riflettono le idee del presidente Trump o della sua campagna». Il New York Times ha ricordato che è raro che Trump si metta sulla difensiva: la sua tattica abituale è non scusarsi, né ammettere gli errori. Stavolta, però, non ha potuto ignorare le critiche.
Secondo i giornali statunitensi, i Repubblicani sono preoccupati soprattutto di perdere consensi tra la comunità portoricana negli Stati Uniti, che è piuttosto numerosa. Porto Rico è un territorio degli Stati Uniti dal 1898, non uno stato dell’unione, e quindi non vota direttamente alle elezioni presidenziali, ma le persone portoricane sono cittadini degli Stati Uniti. Quelli residenti negli stati dell’unione quindi votano, e secondo l’ultimo censimento ce ne sono 5,7 milioni negli Stati Uniti, e 3,2 milioni a Porto Rico.
Uno spostamento dell’elettorato portoricano può fare la differenza nel più importante degli stati in bilico, la Pennsylvania, che mette in palio 19 grandi elettori. In Pennsylvania vivono più di 470mila persone portoricane o di origine portoricana e diverse di quelle intervistate dai media hanno raccontato di essersi sentite offese dalle frasi di Hinchcliffe: «Nessuno gliela perdonerà», ha detto a BBC News una di loro.
La campagna dei Democratici ha subito sfruttato il caso, facendo girare clip sui social network con i passaggi più razzisti e rabbiosi del comizio di New York. Domenica Harris ha ricevuto il sostegno di Bad Bunny, un notissimo cantante portoricano che finora non si era schierato, e dei cantanti Jennifer Lopez e Ricky Martin. Lo stesso giorno i Democratici hanno presentato un nuovo programma per lo sviluppo economico di Porto Rico, e la proposta di istituire una task force da dedicare a questo compito.
I discorsi fatti al comizio di New York erano stati criticati anche da alcuni esponenti Repubblicani, in particolare dai parlamentari della Florida Maria Elvira Salazar e Marco Rubio, che però avevano attribuito al solo Hinchcliffe la visione razzista.
Lunedì il candidato vicepresidente di Trump, JD Vance, si è concentrato sulla stessa cosa: «Non sono preoccupato per la battuta di un comico che non è associato alla campagna di Donald Trump», ha detto Vance, sostenendo che per gli elettori latinoamericani sono più importanti le loro condizioni economiche che «una battuta che non gli piace». Secondo Vance, peraltro, l’intervento di Hinchcliffe non era offensivo, ma ha detto che non l’ha visto o ascoltato, ne ha solo sentito parlare.
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