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  • Martedì 29 ottobre 2024

Nel calcio il Barcellona femminile non ha rivali

Vince o stravince quasi tutte le partite, e da quattro anni il Pallone d'Oro viene assegnato a sue giocatrici

Aitana Bonmatí, vincitrice del secondo Pallone d'Oro consecutivo, esulta con le compagne dopo il suo gol nella scorsa finale di Champions League (AP Photo/Alvaro Barrientos)
Aitana Bonmatí, vincitrice del secondo Pallone d'Oro consecutivo, esulta con le compagne dopo il suo gol nella scorsa finale di Champions League (AP Photo/Alvaro Barrientos)
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Lunedì sera la cerimonia di consegna del Pallone d’Oro ha avuto tra i principali protagonisti il Barcellona femminile, che ha ricevuto il premio di miglior squadra del mondo per la stagione 2023-2024 e ha messo tre giocatrici nelle prime tre posizioni del Pallone d’Oro, il principale premio individuale per calciatrici e calciatori. Al primo posto è arrivata la trequartista spagnola Aitana Bonmatí, premiata come miglior giocatrice al mondo per la seconda stagione consecutiva; dietro di lei si sono classificate due attaccanti del Barcellona, la norvegese Caroline Graham Hansen e la ventenne spagnola Salma Paralluelo.

Non è stato sorprendente, considerando che nella scorsa stagione il Barcelona Femení (come viene chiamato in Catalogna) ha vinto tutte le competizioni in cui ha giocato, cioè la Champions League, la seconda consecutiva e la terza negli ultimi quattro anni, e poi il campionato, la Supercoppa e la Copa de la Reina (l’equivalente spagnolo della Coppa Italia). Non ha solamente vinto il campionato, lo ha dominato: su 30 partite ne ha vinte 29 e pareggiata 1, senza mai perdere, segnando 137 gol (una media di 4 e mezzo a partita) e subendone solo 10. La seconda classificata, il Real Madrid, ha fatto 15 punti in meno. Nella Copa de la Reina ha vinto tutte e 5 le partite segnando 27 gol e subendone uno solo; in finale ha vinto 8-0 contro la Real Sociedad, dimostrando in questa come in altre occasioni di non avere in Spagna avversarie neanche lontanamente all’altezza.

In questa stagione il Barcellona, nonostante se ne sia andato l’allenatore dei recenti successi Jonatan Giráldez (sostituito da un suo collaboratore, Pere Romeu), ha ricominciato alla grande: solo nell’ultimo mese in campionato ha vinto 10-1 contro il Granada, 8-1 contro il Madrid Club e 7-1 contro l’Espanyol, e in Champions League 9-0 contro l’Hammarby. In uno sport che ad alti livelli ha ancora grandi margini di crescita come il calcio femminile, la superiorità tecnica, tattica e organizzativa del Barcellona è spesso talmente manifesta da risultare quasi imbarazzante.

Il presidente del Barcellona Joan Laporta con le calciatrici Alexia Putellas, Caroline Graham Hansen, Aitana Bonmatí, Salma Paralluelo, Patricia Guijarro, Mariona Caldentey e Marta Torrejón alla cerimonia del Pallone d’Oro (AP Photo/Michel Euler)

I principi di gioco a cui si rifà sono gli stessi a cui viene tipicamente associato il Barcellona maschile: il controllo del gioco e degli spazi attraverso un possesso palla rapido e fluido, il pressing e l’immediato tentativo di recuperare il pallone una volta perso. Lo stesso Giráldez prima di diventare allenatore faceva parte dello staff, e così il suo predecessore, Lluís Cortés: invece che puntare su allenatori già affermati, il Barcellona ha cioè sempre preferito affidarsi a qualcuno che conoscesse l’ambiente e l’idea di calcio che la squadra vuole proporre.

Il Barcellona femminile è nato nel 1988 ed è la squadra più titolata del calcio femminile spagnolo. Oggi ci giocano molte delle migliori giocatrici spagnole (che nel 2023 hanno vinto i Mondiali) e del mondo. Aitana Bonmatí, la ventiseienne trequartista cresciuta nelle giovanili del Barcellona, lo scorso anno era diventata la prima nella storia del calcio (maschile e femminile) a vincere nella stessa stagione Pallone d’Oro, Champions League e Mondiali. Pep Guardiola l’ha paragonata ad Andrés Iniesta, un calciatore che era noto per la sua eccezionale abilità tecnica e la sua capacità fuori dal comune di capire in anticipo lo svolgimento del gioco.

Nella scorsa stagione Bonmatí ha segnato uno dei due gol con i quali il Barcellona ha sconfitto il Lione in finale di Champions League; l’altro lo ha fatto Alexia Putellas, vincitrice del Pallone d’Oro nel 2021 e nel 2022 (da quattro anni, quindi, il premio viene assegnato a una calciatrice del Barcellona).

Gli highlights della scorsa finale di Champions League, nella quale il Barcellona ha battuto 2-0 il Lione, la squadra che più volte ha vinto la competizione

Oltre a Bonmatí, come detto, sul podio del Pallone d’Oro sono arrivate anche Caroline Graham Hansen e Salma Paralluelo, che rappresentano bene la combinazione di esperienza e talento del Barcellona. Graham Hansen ha 29 anni, è al Barcellona dal 2019 ed era già una calciatrice affermata quando ci arrivò, dopo aver giocato per cinque stagioni in Germania, nel Wolfsburg. Paralluelo invece ha 20 anni e fu acquistata dal Barcellona nemmeno diciottenne; è un’attaccante con eccellenti capacità atletiche e fisiche ma anche molto abile tecnicamente.

A differenza della squadra maschile, che spesso negli ultimi anni ha speso molti soldi per acquistare calciatori poco adatti al suo gioco, quella femminile è riuscita sempre a migliorare, sostituendo bene le calciatrici che se ne sono andate con acquisti intelligenti, favoriti chiaramente dall’attrattività dovuta al fatto che il Barcellona è la miglior squadra femminile del mondo. Diverse calciatrici inoltre – e anche in questo la continuità con la squadra maschile è evidente – sono arrivate in prima squadra dopo aver giocato nella Masia, il centro calcistico giovanile del Barcellona e uno dei più all’avanguardia al mondo.

I risultati ottenuti e il gioco spettacolare mostrato dal Barcelona Femení le hanno consentito di diventare una squadra molto seguita e tifata. Nel 2022 giocò al Camp Nou, lo stadio della squadra maschile, la partita femminile con più spettatori della storia: 91.648 per un Barcellona-Wolfsburg di Champions League (e poco prima, sempre in Champions, erano stati 91.553 per Barcellona-Real Madrid); lo scorso maggio per la finale di Champions League a Bilbao arrivarono 40mila tifosi del Barcellona e tutte le trasferte europee sono spesso molto partecipate. In casa, le partite del Barcellona hanno in media più di 10mila spettatori a partita e in generale la squadra femminile è oggi molto radicata in Catalogna, tanto che un reportage scritto lo scorso maggio da Rory Smith e María Garrido per il New York Times ha definito Barcellona «la capitale del calcio femminile».