Chi sono i protagonisti dell’inchiesta sul grosso caso di dati rubati
Tra gli indagati ci sono il presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali, l'ex poliziotto Carmine Gallo e l'esperto informatico Nunzio Calamucci
Nell’inchiesta sul sistema per accedere illegalmente alle banche dati dello Stato e ottenere informazioni da vendere sono coinvolte diverse persone: quattro sono state messe agli arresti domiciliari e oltre 60 sono indagate a vario titolo, per aver coordinato e portato avanti operativamente il sistema o per averne richiesto i servizi. Tra tutte ce ne sono tre in particolare di cui si sta parlando di più: Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, consigliere dell’Università Bocconi e principale socio della società di investigazione privata attualmente sotto sequestro Equalize; l’ex poliziotto Carmine Gallo, socio di minoranza di Equalize; e Nunzio Samuele Calamucci, socio di un’agenzia di investigazioni e esperto informatico.
Enrico Pazzali, milanese, ha sessant’anni, si è laureato in Economia aziendale alla Bocconi e ha iniziato la sua carriera nelle aziende informatiche e di telecomunicazioni. Il suo primo e più importante incarico come dirigente pubblico l’aveva ottenuto nel 2005 in Regione Lombardia come direttore centrale per organizzazione e personale, patrimonio e sistemi informativi.
Considerato vicino al partito di destra Alleanza Nazionale (AN) e a Ignazio La Russa, Pazzali non è mai stato identificato come un uomo di partito e ha saputo, nel tempo, mantenere rapporti e relazioni politiche anche con il centrosinistra. Nel 2009, con il sostegno di AN, da direttore generale di Fiera Milano Spa era diventato amministratore delegato. Ma dopo sei anni, nel 2015, il comune di Milano, poco soddisfatto dei risultati economici della società e anche a causa dei dissidi tra Pazzali e il presidente della Fondazione che controlla la società, aveva scelto di sostituirlo. A quel punto una serie di inchieste sulle infiltrazioni mafiose tra i fornitori della fiera avevano portato alle dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione della società. Pazzali era stato poi chiamato dal governo Renzi ad Eur Spa, un’azienda pubblica che si occupa di gestioni immobiliari e dell’installazione di sistemi di telecomunicazione nel quartiere Eur di Roma, e nel 2019 era tornato a Milano: il presidente leghista della Regione Lombardia Attilio Fontana lo aveva infatti proposto per la presidenza della Fondazione e il sindaco di centrosinistra Beppe Sala aveva scelto di sostenerne la nomina.
All’epoca del Covid Pazzali aveva ottenuto molta visibilità dopo aver allestito in un padiglione della Fiera un ospedale per il ricovero delle persone in terapia intensiva. Per questo suo impegno aveva anche ottenuto due importanti riconoscimenti locali: quello della Rosa Camuna dato dalla Regione e l’Ambrogino d’oro del comune di Milano.
Nel frattempo, alla fine 2018, Pazzali aveva costituito Equalize, una società di cui è socio di maggioranza, e che si occupa di consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica. Secondo i magistrati Equalize è coinvolta nell’inchiesta sull’associazione a delinquere per il furto dei dati.
Secondo alcuni passaggi dei documenti dell’inchiesta citati in questi giorni dai giornali, Pazzali, indagato ma al momento non sottoposto a misure cautelari, avrebbe avuto «una posizione sostanzialmente di rappresentanza», grazie alla sua rete di relazioni con il mondo delle imprese e alla sua vicinanza con la politica e gli ambienti di destra. Avrebbe avuto consapevolezza dell’illegalità dei sistemi dell’azienda, e al tempo stesso sarebbe stato anche tra coloro che richiedevano informazioni per sfruttarle a proprio vantaggio e dei suoi contatti: lo avrebbe fatto, secondo quando riportato da Repubblica, «per finalità di profitto oppure a scopo estorsivo e ricattatorio, per condizionare e influenzare all’occorrenza soprattutto i settori della politica e dell’imprenditoria, ovvero per danneggiare l’immagine dei competitor professionali e imprenditoriali».
Secondo le ricostruzioni Pazzali avrebbe dunque avuto finalità politiche, mentre Carmine Gallo, socio di minoranza di Equalize, aveva l’obiettivo di creare un sistema per guadagnare dalle informazioni vendute.
Carmine Gallo, ora ai domiciliari, ha sessantacinque anni ed è originario di Gragnano, in provincia di Napoli. È un ex poliziotto conosciuto nell’area di Milano per aver preso parte, come vicedirigente della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile, a inchieste importanti legate soprattutto alla ’ndrangheta e al periodo dei sequestri di persona. Il suo ultimo incarico è stato quello di vicedirigente del commissariato di Rho-Pero da dove, nel 2015, aveva gestito la sicurezza dei capi di Stato arrivati in città per Expo. Lì era rimasto fino al 2018, anno in cui decise di andare in pensione diventando socio e amministratore delegato di Equalize.
Secondo la procura, Gallo avrebbe avuto un ruolo di primo piano per tutto quello che riguardava l’accesso alle banche dati dello Stato tramite il coinvolgimento di membri delle forze dell’ordine attualmente in servizio. Questi avrebbero recuperato e passato le informazioni che si trovavano nei più importanti database pubblici: lo SDI, il cosiddetto Sistema Di Indagine a cui accedono le forze dell’ordine per controllare le segnalazioni sulle persone, le indagini e i loro precedenti penali; gli archivi dell’INPS, dove sono custodite le informazioni su contributi e redditi; quelli di Serpico, un sistema informatico di raccolta ed elaborazione dei dati dell’Agenzia delle Entrate per incrociare possibili casi di evasione, e che custodisce le dichiarazioni dei redditi; l’ANPR, l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente; e il SIVA, il Sistema Informativo Valutario della Guardia di Finanza per le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette.
La Equalize avrebbe avuto però anche sistemi diretti di accesso ai dati riservati. Da una parte tramite hackeraggio dei dispositivi – come PC e smartphone delle persone spiate, di cui sarebbe sostanzialmente entrata in controllo – e dall’altra attraverso un sistema informatico chiamato “Beyond”, con cui riusciva ad accedere direttamente ad alcune banche dati dello Stato, senza dunque l’aiuto di funzionari conniventi, e ad aggregare poi le informazioni risultanti in una sorta di database parallelo.
Ideatore e realizzatore di “Beyond”, secondo la procura, sarebbe Nunzio Samuele Calamucci, 44 anni, ingegnere, originario di Bollate (Milano). Calamucci è socio di minoranza di Mercury Advisor, una società di investigazione privata che come Equalize è attualmente sotto sequestro e che aveva degli uffici a Milano, ma anche nel Regno Unito, in cui lavoravano una quarantina di «analisti». Repubblica scrive che Calamucci, sul biglietto da visita, aveva scritto «ingegnere e consulente aziendale». Scrive anche che durante la sua carriera ha lavorato con grandi aziende, che aveva rapporti con i servizi segreti italiani e con il collettivo Anonymous, il più noto gruppo di hacker al mondo.
Secondo la procura Calamucci avrebbe «coordinato» il furto di informazioni dalle varie banche dati dirigendo il gruppo di analisti, ma anche che avrebbe avuto rapporti diretti con alcuni clienti che gli avevano commissionato, in cambio di denaro, dei dossier per avere informazioni riservate.