È stato ucciso Jamshid Sharmahd, cittadino tedesco-iraniano condannato a morte in Iran con l’accusa di terrorismo

Jamshid Sharmahd in tribunale a Teheran, 6 febbraio 2022 (Koosha Mahshid Falahi/ Mizan News Agency via AP)
Jamshid Sharmahd in tribunale a Teheran, 6 febbraio 2022 (Koosha Mahshid Falahi/ Mizan News Agency via AP)

I media di stato iraniani hanno detto che è stata eseguita la condanna a morte di Jamshid Sharmahd, cittadino tedesco-iraniano giudicato colpevole di terrorismo nel febbraio del 2023. Sharmahd aveva 68 anni, era nato in Iran ma aveva trascorso la gran parte della sua vita tra Germania e Stati Uniti. Nel 2020 fu rapito da agenti del governo iraniano e portato in Iran, dove fu condannato a morte in quanto presunto capo dell’Assemblea del Regno dell’Iran (KAI, o Tondar): un piccolo gruppo di dissidenti che si proponeva di restaurare la monarchia iraniana caduta in seguito alla rivoluzione islamica del 1979 e tra il 2005 e il 2010 venne accusato dal regime di compiere vari attentati, tra cui uno in una moschea di Shiraz in cui furono uccise 14 persone.

Pur ammettendo di aver creato il sito Internet del gruppo e di essere stato loro portavoce, Sharmahd aveva negato di esserne il capo. Le organizzazioni internazionali che seguivano il suo caso lo definivano «un dissidente». Sharmahd era stato condannato per “Mofsed fel-Arz”, un’espressione che si può tradurre come “diffondere la corruzione sulla terra” utilizzata dal regime iraniano per colpire i dissidenti politici; il governo iraniano lo aveva anche accusato di aver avuto contatti con agenti dell’FBI e della CIA, oltre che di aver tentato di contattare agenti dei servizi segreti israeliani.

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