L’ex presidente della Bolivia Evo Morales ha subìto un attentato, ma è rimasto illeso
Domenica l’ex presidente della Bolivia Evo Morales ha subìto un attentato: l’auto in cui viaggiava è stata attaccata con colpi d’arma da fuoco, e Morales ha pubblicato sui suoi profili social un video che mostra il momento dell’attacco. Nel video si vede il parabrezza dell’auto con almeno due fori di proiettile, e si sentono rumori di spari. Morales ha detto che quattro uomini incappucciati hanno intercettato la sua auto mentre stava passando davanti a una caserma militare su una strada che collega la città di Villa Tunari a Shinahota, nel dipartimento di Cochabamba, nel centro del paese. L’ex presidente stava andando verso la stazione radio del dipartimento di Cochabamba, dove conduce un programma settimanale.
Morales ha accusato dell’attentato l’attuale presidente del paese, Luis Arce, che fino a un anno fa faceva parte del suo stesso partito, il Movimiento al Socialismo (Mas, di sinistra). Ha detto che in tutto sono stati sparati 14 proiettili contro la sua auto: lui è rimasto illeso, mentre l’autista è stato ferito alla testa e a un braccio. Luis Arce non ha commentato le accuse, ma ha detto che verrà aperta un’indagine.
Morales era stato il primo presidente indigeno del paese ed era rimasto in carica dal 2006 al 2019, quando termine di una grave crisi politica e sociale, in cui era stato accusato di brogli elettorali, fu costretto a dimettersi e a scappare dalla Bolivia. Le elezioni dell’ottobre del 2020 furono vinte dal suo partito, e Luis Arce, che sotto di lui era stato ministro delle Finanze, venne eletto presidente. Nel novembre del 2020 Morales era rientrato in Bolivia e nel 2023 aveva detto di volersi ricandidare alle elezioni del 2025. Da allora tra Morales e Arce si è aperto un forte scontro politico: secondo il governo, Morales ha già raggiunto il limite di due mandati stabilito nel 2023 dalla Corte costituzionale, mentre secondo l’ex presidente la Costituzione non gli impedisce di candidarsi di nuovo dato che il divieto dei due mandati riguarderebbe solo quelli consecutivi.