Come funziona la votazione per il Pallone d’Oro
E chi potrebbe vincerlo quest'anno, raccontato da Paolo Condò, il giornalista che vota per l'Italia
Lunedì sera a Parigi ci sarà la cerimonia di consegna del Pallone d’Oro, il più ambito premio individuale nel calcio, assegnato al miglior calciatore e alla miglior calciatrice della stagione precedente. Fino a poco tempo fa il periodo di riferimento era l’anno solare, mentre dal 2022 si prende in considerazione la stagione calcistica, in questo caso 2023-2024, in cui la Spagna ha vinto gli Europei maschili, il Real Madrid la Champions League maschile e il Barcellona quella femminile. A scegliere chi vincerà il Pallone d’Oro sono 100 giornalisti, ciascuno in rappresentanza di uno dei primi 100 paesi del ranking FIFA, la classifica mondiale che ordina le varie Nazionali in base ai risultati (per quello femminile sono 50 per i primi 50 paesi).
Il Pallone d’Oro è organizzato dalla rivista francese France Football dal 1956, quando il giornalista ed ex calciatore Gabriel Hanot decise di assegnare un premio al miglior calciatore europeo dell’anno. Il primo a vincerlo fu l’inglese Stanley Matthews del Blackpool, mentre nel calcio femminile il premio viene dato solamente dal 2018, quando lo vinse la norvegese del Lione Ada Hegerberg. Hanot giocò negli anni Dieci del Novecento in Francia e in Germania, poi come giornalista lavorò per il quotidiano sportivo L’Équipe e per France Football, e a lui viene attribuita anche l’idea originale di un torneo europeo per le migliori squadre di club, quello che sarebbe diventato prima la Coppa dei Campioni e poi la Champions League.
La votazione per il Pallone d’Oro funziona così: la redazione di France Football fa una prima scrematura, selezionando i 30 migliori giocatori della stagione. Poi i 100 giurati devono sceglierne 10 di loro in ordine di preferenza: il primo prenderà 15 punti, il secondo 12, il terzo 10, e poi 8, 7, 5, 4, 3, 2, 1. Alla fine vince il Pallone d’Oro il calciatore che ottiene più punti, e in caso di pareggio si guarda chi è stato messo più volte al primo posto. Il voto avviene per via telematica: «France Football ci manda un’email e noi dobbiamo compilare una specie di form in cui barrare alcune caselle e selezionare i giocatori», spiega Paolo Condò, il giornalista di Sky e di Repubblica (e un tempo della Gazzetta dello Sport) che dal 2010 vota in rappresentanza dell’Italia. Lui e gli altri giurati non eleggono solo il Pallone d’Oro, ma anche gli altri premi che vengono assegnati quel giorno, come miglior giovane, miglior gol e miglior allenatore.
«Il periodo in cui votiamo va dal 4 al 30 settembre, tutti abbiamo già votato. Non ha senso quindi dire, come qualcuno ha fatto, che Vinícius con la tripletta appena segnata in Champions League guadagnerà punti per il Pallone d’Oro», dice Condò, in riferimento ai tre gol fatti martedì scorso contro il Borussia Dortmund dall’attaccante brasiliano del Real Madrid, considerato il principale favorito per la vittoria del premio quest’anno. Un altro candidato credibile, forse l’unico in grado di competere con Vinícius, è il centrocampista del Manchester City Rodri, campione d’Europa con la Spagna. Per il Pallone d’Oro femminile invece sembrano favorite due calciatrici del Barcellona: la spagnola Aitana Bonmatí, vincitrice già lo scorso anno, e la norvegese Caroline Graham Hansen.
È inoltre la prima volta dal 2003 che tra i trenta candidati non ci sono né Lionel Messi né Cristiano Ronaldo, vincitori in totale di 13 Palloni d’Oro tra il 2008 e il 2023: otto Messi e cinque Ronaldo. Negli anni Condò ha spesso cercato di favorire una maggior varietà tra i vincitori, premiando calciatori che si erano particolarmente distinti con le loro squadre e non per forza di ruolo attaccanti. Nel 2019 diede cinque punti (il massimo all’epoca, quando i giurati votavano solo i primi cinque) al difensore olandese Virgil van Dijk, protagonista della vittoria del Liverpool in Champions League. Nel 2021 mise al primo posto il centrocampista Jorginho, che quell’anno aveva vinto la Champions League con il Chelsea e gli Europei con l’Italia (arrivò terzo al Pallone d’Oro).
«La diarchia di Messi e Ronaldo ci ha fatti divertire in campo, ma ha ucciso il calcio dal punto di vista dei premi, perché il più bravo era diventato solamente quello che segnava più gol», spiega Condò. Secondo lui il fatto che un centrocampista talentuoso e determinante come Andrés Iniesta non abbia mai vinto il Pallone d’Oro è «un sacrilegio»: arrivò solo secondo l’anno in cui vinse i Mondiali con la Spagna, nel 2010.
Se vincesse Vinícius, continua Condò, significherebbe che l’obiettivo dei giurati è «la ricerca di una nuova stella, di un altro attaccante formidabile», mentre se vincesse Rodri sarebbe un segnale di maggior equilibrio verso altri ruoli. Dalla vittoria del difensore Fabio Cannavaro nel 2006 c’è stato solamente un vincitore non attaccante, il centrocampista Luka Modric nel 2018.
Ufficialmente i loro voti restano segreti fino a quando il Pallone d’Oro non viene assegnato, quindi fino a lunedì sera solitamente non svelano le preferenze che hanno dato. Una volta che i vincitori sono proclamati, invece, i voti diventano pubblici. Condò dice che cerca di non farsi condizionare e di «non essere provinciale» favorendo calciatori italiani o che giocano nel campionato italiano: «Mi riesce anche facile, purtroppo», aggiunge, riferendosi alla mancanza di candidati italiani credibili per la vittoria. Quest’anno nel maschile ci sono cinque calciatori di Serie A (Lautaro Martínez e Hakan Calhanoglu dell’Inter; Ademola Lookman dell’Atalanta; Artem Dovbyk e Mats Hummels della Roma, che però la scorsa stagione giocavano in altre squadre) ma non ci sono italiani; c’è invece la numero 10 della Roma Manuela Giugliano, la prima calciatrice italiana candidata al Pallone d’Oro.
In uno degli altri premi assegnati, quello per il miglior allenatore, ci sono due candidati italiani: Carlo Ancelotti, che ha vinto di nuovo la Champions League con il Real Madrid; e Gian Piero Gasperini, che ha guidato l’Atalanta alla storica vittoria dell’Europa League. Ciascun giurato può esprimere al massimo due preferenze, e Condò si è trovato un po’ in difficoltà: «Non me la sono sentita di votare entrambi, perché erano anni che una Nazionale non giocava bene come la Spagna che ha vinto gli Europei, quindi Luis de la Fuente [l’allenatore della Spagna, ndr] andava premiato secondo me».
Nonostante l’embargo, già nelle settimane precedenti alla premiazione cominciano a circolare voci spesso molto attendibili su chi sarà l’effettivo vincitore del Pallone d’Oro. Un po’ per le prestazioni stagionali dei calciatori e un po’ perché magari l’embargo non viene rigorosamente rispettato, la vittoria del Pallone d’Oro è spesso scontata e poco sorprendente. Nel 2023 Messi aveva vinto il Mondiale, e il netto favorito era lui. Quest’anno invece ci sono almeno 4 o 5 calciatori che possono ambire al premio, ma la vittoria di uno tra Vinícius e Rodri è considerata quasi sicura, con il primo favorito sul secondo. «È una cosa che mi incuriosisce sempre molto e che sinceramente mi fa anche un po’ girare le scatole. Alcuni colleghi già a metà del periodo di voto mi hanno detto di esser sicuri della vittoria di Vinícius: è strano, anche perché è probabile che diversi giurati non avessero ancora votato», dice Condò.
Lui dice di conoscere solamente qualche altro giurato (quello inglese e quello spagnolo, in particolare) ma che non discute con loro o con altre persone dei suoi voti, e che è difficile capire perché il nome del vincitore venga fuori in anticipo. Era forse più spiegabile negli anni tra il 2010 e il 2015, quando il Pallone d’Oro fu unito al FIFA World Player of the Year, il premio assegnato dalla federazione internazionale al miglior calciatore mondiale dell’anno. In quegli anni infatti non votavano solo i rappresentanti dei primi cento paesi del ranking, ma un giornalista, l’allenatore e il capitano di ciascuna Nazionale affiliata alla FIFA. «Ti viene da pensar male che qualche giurato di paesi molto piccoli possa votare un candidato in cambio, magari, di un favore da parte di uno sponsor», dice Condò, precisando comunque che si tratta solo di ipotesi senza prove. «Io voto dal 2010 e non ho mai ricevuto telefonate o pressioni, quindi per quanto mi riguarda è una cosa totalmente pulita».
La cerimonia di premiazione del Pallone d’Oro comincerà alle 18:45 e sarà trasmessa in Italia dalla piattaforma di streaming DAZN a partire dalle 20:20. Sarà visibile gratuitamente, cioè potranno vederla anche i non abbonati a DAZN, registrandosi con un loro indirizzo email.