In Sudan oltre cento persone sono state uccise dal gruppo paramilitare RSF solo nell’ultima settimana

(Dan Kitwood/Getty Images)
(Dan Kitwood/Getty Images)

Nell’ultima settimana nello stato di Gezira, nella parte orientale del Sudan, più di 120 persone sono state uccise dal gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF), che da un anno e mezzo combatte una sanguinosa guerra civile contro l’esercito regolare del paese. La notizia è stata diffusa da alcuni attivisti locali, noti come Comitati di resistenza di Wad Madani, dopo giorni di attacchi e massacri nei villaggi che hanno portato migliaia di persone a lasciare le loro case. Clementine Nkweta-Salami, importante funzionaria delle Nazioni Unite in Sudan, ha detto che secondo quanto riferito i paramilitari delle RSF «hanno sparato ai civili indiscriminatamente, perpetrato atti di violenza sessuale su donne e ragazze, saccheggiato mercati e case e bruciato fattorie».

La situazione in Gezira è precipitata circa una settimana fa, quando un comandante delle RSF, Abu Aqla Kayka, originario della regione, ha disertato portando con sé molti uomini: le RSF avrebbero quindi attaccato i villaggi della zona come ritorsione nei suoi confronti. In particolare, gli attivisti dei Comitati di resistenza hanno detto che nel villaggio Al-Sireha i massacri sono andati avanti per tre giorni, con oltre 50 persone uccise in un giorno solo. Da quando è iniziata la guerra civile in Sudan decine di migliaia di persone sono state uccise e in milioni hanno lasciato le loro case.

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