A Martinica le proteste contro il carovita non si fermano
Nonostante il coprifuoco e un accordo del governo che prevede prezzi più bassi su oltre mille prodotti alimentari, giudicato insufficiente
Questa settimana sono riprese a Martinica, isola caraibica che fa parte delle Antille francesi, le violente proteste contro il carovita, nonostante l’imposizione di un coprifuoco notturno in vigore da due settimane e un divieto di manifestare e di riunirsi in tutta l’isola. Nella notte fra giovedì e venerdì i manifestanti hanno eretto barricate in diversi comuni dell’isola, dove vivono circa 350mila persone, e hanno sequestrato un camion che trasportava materiale combustibile per cercare di dargli fuoco. Secondo quanto riferito dalla prefettura i manifestanti si sarebbero poi scontrati con gli agenti: una persona è stata arrestata e il coprifuoco è stato esteso almeno fino al 28 ottobre.
Le proteste erano cominciate pacificamente a settembre quando la popolazione aveva accusato il governo della Francia, da cui la Martinica dipende, di non fare abbastanza per diminuire il costo della vita, che è molto più alto rispetto a quello della Francia continentale: il cibo, per esempio, costa tra il 30 e il 42 per cento in più.
A Martinica il carovita è un problema da tempo: l’anno scorso il governo aveva promesso che avrebbe affrontato il problema, adottando misure per controllare meglio le aziende che gestiscono la gran parte del mercato locale, e che sono accusate di gonfiare i prezzi: secondo la popolazione ciò non è mai avvenuto. Le proteste, iniziate come detto in maniera pacifica, sono sfociate in scontri con la polizia e hanno portato tra le altre cose anche all’occupazione temporanea dell’aeroporto del capoluogo dell’isola, Fort-de-France.
Questa settimana le proteste sono ricominciate nonostante pochi giorni fa i rappresentanti locali e le aziende principali che operano sull’isola avessero firmato un accordo per ridurre «in media del 20 per cento» i prezzi di migliaia di prodotti alimentari: le organizzazioni che guidano le proteste contro il carovita avevano però giudicato l’accordo e i suoi termini insufficienti a migliorare davvero la situazione.
Venerdì il presidente del Consiglio esecutivo della Martinica, Serge Letchimy, è stato ricevuto a Parigi dal primo ministro Michel Barnier: ha detto di aver ricevuto da lui la conferma che il governo francese sta «facendo tutto il possibile» per far sì che venga attuato il protocollo e che i prezzi si riducano nell’arco dei prossimi mesi. Al momento però non sembra che queste rassicurazioni abbiano avuto effetto sulle proteste.