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  • Domenica 27 ottobre 2024

Centinaia di chilometri di navigazione per una persona

Sabato la nave Humanity 1 ha soccorso una persona migrante al largo delle coste libiche, e ora è costretta ad andare rapidamente al porto di sbarco

(Leon Salner/SOS Humanity)
(Leon Salner/SOS Humanity)
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Sabato pomeriggio la nave Humanity 1, che appartiene alla ong SOS Humanity e si occupa di persone migranti in difficoltà, ha soccorso una persona in mare. Alla nave è stato dato immediatamente come porto di sbarco quello di Salerno, che SOS Humanity dice essere a 870 chilometri da dove si trovava, cioè 3 giorni di navigazione. Nella mattinata di domenica, alle 10 circa, alla nave è stato poi assegnato un nuovo porto di sbarco, più vicino, a Porto Empedocle, in Sicilia. In questi casi, il codice di condotta italiano per le ong prevede che la nave interrompa la missione e si diriga subito al porto senza soccorrere altre persone.

SOS Humanity ha scritto che la persona soccorsa era «senza attrezzature di salvataggio a bordo di un’imbarcazione inadatta alla navigazione e in pericolo, avvistata dalla nostra nave in acque internazionali al largo della costa libica». Dopo il soccorso ha detto di essere fuggita dalla Libia.

L’assegnazione immediata di un porto di sbarco dopo questo soccorso è un esempio lampante delle limitazioni per le ong del codice di condotta approvato ormai nel 2022 dal governo di Giorgia Meloni, con l’obiettivo nemmeno troppo velato di scoraggiare le loro operazioni. Il codice prevede infatti che le navi delle ong si dirigano «senza ritardo» verso il porto assegnato loro dopo un’operazione di soccorso. Il governo assegna spesso i porti dopo una sola operazione di soccorso, di fatto costringendo le navi delle ong a non farne altre.

Non si tratta solo di una perdita di tempo per una nave attrezzata per soccorrere anche decine di persone in difficoltà nel Mediterraneo, ma anche di un grosso spreco di soldi: per le navi delle ong ogni partenza e ogni missione comportano costi enormi, a partire da quello del carburante.

– Leggi anche: Come si prepara una nave che soccorre persone nel Mediterraneo

Nel codice di condotta non c’è un divieto esplicito di compiere più operazioni di soccorso: si dice però che le attività di una nave non devono «impedire di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco». Per chi non rispetta il regolamento sono previste multe e nei casi giudicati più gravi il fermo amministrativo della nave, cioè in sostanza il suo sequestro. Il codice di condotta prevede delle eccezioni per operazioni di soccorso «effettuate nel rispetto delle indicazioni delle predette autorità», quindi sul tragitto e con l’assenso del governo italiano.