Israele ha attaccato alcune basi militari in Iran
Dicendo di avere risposto a più di un anno di attacchi iraniani: quattro soldati sono morti ma per il resto l’Iran sostiene ci siano stati pochi danni
Intorno all’una del mattino (ora italiana) di sabato Israele ha iniziato ad attaccare alcune basi militari in tre diverse province dell’Iran: Teheran, Ilam e Khuzestan (queste ultime due vicino al confine con l’Iraq). L’esercito israeliano ha detto di aver condotto «bombardamenti precisi su obiettivi militari in Iran», sostenendo di avere voluto rispondere a più di un anno di attacchi che l’Iran e i suoi alleati avevano compiuto contro Israele. Alcune esplosioni si sono sentite anche nella capitale Teheran.
L’Agenzia di stampa della Repubblica dell’Iran (IRNA) ha detto che quattro soldati sono stati uccisi dai bombardamenti, che però nel complesso hanno causato «danni limitati»: non è chiaro se effettivamente i danni siano stati molto ridotti, oppure se il regime iraniano voglia minimizzarli per non riconoscere la propria vulnerabilità di fronte a Israele. Intorno alle 5 della mattina (ora italiana) l’esercito israeliano ha detto che l’operazione era terminata e che erano stati colpiti 20 obiettivi militari. Circa due ore dopo l’Iran ha riaperto il suo spazio aereo per il traffico di voli commerciali.
Gli attacchi, ha detto Israele, sono stati condotti da più di cento aerei militari, tra cui droni senza pilota. Per evitare di essere intercettati dai sistemi di difesa iraniani, i bombardamenti hanno inizialmente colpito le batterie di difesa aerea e i radar in Siria e Iraq, due paesi che hanno governi molto vicini all’Iran. L’esercito israeliano ha detto che poi gli attacchi si sono rivolti contro le stesse difese aeree iraniane e contro alcuni siti di produzione di missili a lungo raggio. È stata la prima volta che un’aviazione straniera ha bombardato l’Iran dalla guerra che l’Iran stesso combatté contro l’Iraq negli anni Ottanta del Novecento.
L’attacco di questa notte è stato compiuto 24 giorni dopo che l’Iran aveva lanciato diversi missili balistici contro Israele, rispondendo all’uccisione di Hassan Nasrallah, il leader del gruppo politico e militare libanese Hezbollah, alleato del regime iraniano. Nelle scorse settimane Israele aveva più volte detto di star preparando una risposta e gli Stati Uniti gli avevano caldamente suggerito, anche con dichiarazioni pubbliche, di non colpire obiettivi civili né strategici, come le strutture petrolifere e quelle nucleari, cosa che avrebbe sicuramente portato a un veloce peggioramento della situazione. Circa dieci giorni fa molti giornali statunitensi avevano scritto che secondo diverse fonti Israele aveva accolto questa richiesta.
Nonostante i danni causati siano ancora poco chiari, sembra che Israele abbia davvero deciso di compiere un attacco più prudente. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Axios, che cita tre fonti anonime informate sui fatti, Israele avrebbe anche avvertito l’Iran che l’attacco stava per arrivare già venerdì sera e gli avrebbe consigliato di non rispondere. Sabato mattina ha comunque ribadito che, se l’Iran attaccherà nuovamente Israele, l’esercito sarà «obbligato a rispondere». Un funzionario statunitense ha detto che gli Stati Uniti sono pronti a dare sostegno a Israele nel caso questo accada, ma che quella di stanotte «dovrebbe essere la fine di questo scambio diretto tra Israele e Iran».
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