C’è una grossa inchiesta su una serie di furti dalle più importanti banche dati italiane

La Direzione distrettuale antimafia di Milano sta indagando su un esteso sistema di compravendita di informazioni: quattro persone sono agli arresti domiciliari

(Claudio Furlan/LaPresse)
(Claudio Furlan/LaPresse)
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Venerdì la procura di Milano ha disposto gli arresti domiciliari per quattro persone e l’interdittiva personale – cioè la sospensione di determinati diritti e facoltà – per due, nell’ambito di un’estesa indagine per associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici. Sono state sequestrate anche alcune società, tramite le quali le persone indagate avrebbero messo in piedi un sistema per accedere illegalmente a banche dati sensibili. L’obiettivo sarebbe stato quello di vendere informazioni su imprenditori, politici, personaggi in vista, ma anche persone comuni.

Secondo l’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, sarebbero stati sottratti dati sensibili alle più importanti banche dati italiane: lo SDI, il cosiddetto Sistema Di Indagine a cui accedono le forze dell’ordine per controllare il pregresso penale delle persone; gli archivi dell’INPS, dove sono custodite le informazioni su contributi e redditi; quelli di Serpico, un sistema informatico di raccolta ed elaborazione dei dati dell’Agenzia delle Entrate per incrociare possibili casi di evasione, e che custodisce le dichiarazioni dei redditi; l’ANPR, l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente; e il SIVA, il Sistema Informativo Valutario della Guardia di Finanza per le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette.

Tra gli indagati ci sono personaggi noti, come il presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali e Carmine Galli, ex poliziotto conosciuto nell’area di Milano per aver preso parte in passato a inchieste importanti: entrambi erano soci, rispettivamente di maggioranza e di minoranza, della Equalize, società di investigazioni private attualmente al centro dell’indagine e sotto sequestro. Tra gli altri indagati ci sarebbero anche consulenti informatici, altri appartenenti alle forze dell’ordine ancora in servizio, e un magistrato.

Qualche mese fa si era molto parlato (usando il termine “dossieraggio”) della grossa inchiesta della procura di Perugia sui presunti accessi abusivi alle banche dati della procura nazionale antimafia, per cui sono indagati il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano e il magistrato Antonio Laudati, che avrebbero raccolto informazioni riservate su moltissimi politici e personaggi noti. Dalle prime informazioni l’inchiesta di Milano sembra ancora più seria: non solo riguarderebbe un numero maggiore di banche dati, ma anche un rodato sistema di pagamenti che avrebbe creato una sorta di “mercato” delle informazioni.