L’organizzazione curda PKK ha rivendicato l’attacco armato vicino ad Ankara
Il governo turco aveva già identificato gli attentatori come suoi membri e aveva per questo bombardato diversi obiettivi in Siria e Iraq
Venerdì il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha rivendicato l’attacco armato compiuto mercoledì nella sede della Società aerospaziale turca (TUSAS), vicino ad Ankara, in cui sono state uccise cinque persone. Il PKK è un’organizzazione politica e paramilitare curda che da quarant’anni combatte un’insurrezione armata contro il governo turco: è considerata terroristica non solo dalla Turchia, ma anche dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.
Il PKK ha detto che l’attacco era stato pianificato da tempo e ha negato che fosse stato influenzato dagli accadimenti recenti. Un giorno prima uno stretto collaboratore del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, Devlet Bahceli, aveva parlato della possibile liberazione di Abdullah Öcalan, leader del PKK, a patto che l’organizzazione cessasse la lotta armata. Öcalan è detenuto dal 1999 in un carcere vicino a Istanbul in condizioni molto dure: mercoledì, appena prima dell’attacco, aveva ricevuto la prima visita dal 2020.
Il governo turco aveva già identificato gli attentatori come membri del PKK, e fra mercoledì e giovedì per ritorsione aveva bombardato 47 obiettivi legati alle milizie curde in Siria e Iraq, uccidendo decine di persone: in entrambi i paesi vivono comunità curde e sono attive milizie armate curde piuttosto potenti, legate tra loro ma al tempo stesso indipendenti. Secondo quanto riferito dal ministero tra gli obiettivi c’erano infrastrutture militari, energetiche e di intelligence, e depositi di armi. Un funzionario militare che ha parlato in forma anonima ad Associated Press ha detto che i bombardamenti sono stati compiuti utilizzando dei droni.