Il film che immaginò una presidente degli Stati Uniti già cent’anni fa
In “The Last Man on Earth” una malattia uccide gli uomini adulti, e la prospettiva di una presidenza femminile è apertamente derisa
Anche se per il momento non è mai accaduto, ci sono diversi film e serie tv che mostrano una presidente degli Stati Uniti: il capo di stato statunitense è una donna in Veep, che ricorda molto il caso della candidata Democratica Kamala Harris e del presidente Joe Biden, ma anche nella seconda parte di Ritorno al Futuro e nel film apocalittico Don’t Look Up, con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Uno dei primi di sempre, forse il primo arrivato fino a noi, fu The Last Man on Earth, che uscì nel 1924, cent’anni fa: è un film muto ambientato in un futuro non troppo distante, e come in molti casi più recenti mostra il personaggio della presidente statunitense come debole e inadeguata.
The Last Man on Earth (l’ultimo uomo sulla Terra) è un adattamento di un racconto, prodotto dalla Fox Film Corporation. Ha lo stesso nome di un film del 1964 e di una serie più recente con Will Forte ed è una storia fantastica che ha per protagonista l’attore Earle Foxe. È il 1940 ed Elmer, il suo personaggio, chiede alla sua fidanzata di sposarlo, ma lei rifiuta: così lui sale su un aereo per andare in un posto dove non ci sono donne, scoprendo però che nel frattempo si è diffusa una malattia che uccide tutti gli uomini con più di quattordici anni. Con un salto temporale nel futuro Elmer viene ritrovato in una foresta, dove ha trascorso tutto quel tempo da eremita: è l’unico uomo a essere sopravvissuto alla “mascolite”, l’ultimo uomo sulla Terra appunto.
Le donne che governano la società non sanno bene che farsene, e a un certo punto due se lo contendono in un incontro di boxe, ma la storia ha comunque un lieto fine. Tra le altre cose il film deride apertamente la possibilità che gli Stati Uniti potessero essere governati da un gruppo di donne con una donna per capo: la Casa Bianca infatti è tenuta male e la presidente, interpretata da Martha Mattox, si occupa più dei gatti randagi che della popolazione.
L’unico modo in cui il pubblico del tempo poteva accettare di vedere che le donne facessero boxe o governassero un paese era che tutto ciò fosse rappresentato come un’idea assurda, qualcosa che non sarebbe mai successo, ha spiegato alla BBC Erika Cornelius Smith, ricercatrice di Scienze politiche all’Università dell’Illinois. Karrin Vasby Anderson, co-autrice di un libro sul tema, ha notato che d’altra parte il ruolo di presidente degli Stati Uniti è considerato da sempre «una delle manifestazioni più importanti di mascolinità tradizionale e dei valori di famiglia tradizionale», dove la donna ha un ruolo subalterno, per quanto importante.
Anche in altri film di metà Novecento dietro alle donne presidenti degli Stati Uniti c’è lo stereotipo legato all’idea che non sarebbe un mestiere per loro.
Non è un caso che uno dei successivi sul tema sia un film di fantascienza. Project Moon Base, in cui un sabotatore vuole distruggere la prima base degli esseri umani sulla Luna, uscì nel 1953, era a sua volta ambientato nel futuro e anche lì c’era una presidente donna: ma soprattutto è una donna la colonnella incaricata della missione lunare, che tuttavia non è in grado di gestire le cose da sola. La presidente di Ho sposato 40 milioni di donne (1964) invece è abile nel suo ruolo, però dopo uno svenimento si scopre che è incinta, così si dimette per dedicarsi alla famiglia. «Indubbiamente il pubblico fu sollevato dal ripristino dell’ordine sociale», hanno commentato Eleanor Clift e Tom Brazaitis in un libro del 2000 intitolato Madam President.
In tempi più recenti, oltre agli esempi già citati, ci sono presidenti donne in altri film e in numerose serie, tra cui Prison Break, Battlestar Galactica, Commander in Chief, For All Mankind e House of Cards. Di frequente però non vengono scelte con elezioni libere, ma finiscono a occupare quel ruolo per una crisi, per esempio se il presidente in carica muore o si dimette; in generale poi capita che vengano prese in giro, che dimostrino di essere inaffidabili oppure che le loro presidenze finiscano in tragedia, ha notato sempre Anderson.
A detta di Smith comunque l’approccio alla questione nel cinema sta cambiando, anche per l’influenza della candidatura di Hillary Clinton nel 2016, e potrebbe ulteriormente essere condizionato da un’eventuale elezione di Harris il prossimo 5 novembre. Nel 1932, quando l’idea di avere una presidente era considerata ridicola, si candidò per così dire anche il personaggio di fantasia di Betty Boop. C’è poi l’episodio del 2000 dei Simpson in cui Lisa diventa la prima presidente degli Stati Uniti: il suo predecessore era un allora insospettabile Donald Trump.