Il comitato elettorale di Donald Trump ha accusato i Laburisti britannici di interferire nella campagna per le presidenziali
Il comitato elettorale di Donald Trump, candidato del Partito Repubblicano alle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre, ha fatto un reclamo formale alla Commissione elettorale federale degli Stati Uniti (un’agenzia indipendente che si occupa di controllare la legalità dei finanziamenti alle campagne elettorali dei partiti) contro il Partito Laburista britannico, accusandolo di interferire nella campagna elettorale a favore della candidata dei Democratici, la vicepresidente Kamala Harris.
I legali di Trump hanno citato i viaggi negli Stati Uniti fatti da alcuni funzionari del governo britannico (tra cui Morgan McSweeney, il nuovo capo di gabinetto del primo ministro Laburista Keir Starmer), durante i quali hanno incontrato dei dirigenti del Partito Democratico statunitense. È stato citato anche un post su LinkedIn, poi cancellato, nel quale la direttrice operativa dei Laburisti Sofia Patel scriveva che avrebbe aiutato un centinaio di collaboratori e dipendenti del partito a trovare un alloggio negli Stati Uniti, in vista di un viaggio che avrebbero fatto per unirsi alla campagna di Harris negli ultimi giorni prima del voto.
Il comitato di Trump ha definito «interferenze alla luce del sole» queste attività, e ha chiesto alla Commissione di aprire un’indagine. I Laburisti hanno risposto che i loro attivisti parteciperanno ai viaggi e alle attività come volontari, pagandosi autonomamente le spese. Martedì Starmer ha detto che è una cosa che avviene «praticamente a ogni elezione» presidenziale e ha detto di avere «un buon rapporto» con Trump, che aveva incontrato a cena il mese scorso prima dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. In quell’occasione, Trump lo aveva elogiato pubblicamente.
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