C’è stato un attacco armato vicino ad Ankara
Sono state uccise cinque persone, nella sede della Società aerospaziale turca: il ministro dell’Interno l'ha definito un attentato terroristico e ha accusato il PKK
Mercoledì c’è stato un attacco armato nella sede della Società aerospaziale turca (nota anche con la sigla TUSAS), che si trova nel comune di Kahramankazan, a una quarantina di chilometri di distanza dal centro della capitale Ankara. Ci sono stati degli spari e un’esplosione: il ministro dell’Interno Ali Yerlikaya ha detto che cinque persone sono state uccise e 22 sono state ferite.
Yerlikaya ha definito l’attacco un attentato terroristico e ha detto che è «molto probabilmente legato al PKK», cioè il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), organizzazione che è considerata terroristica dal governo turco. L’attacco per ora non è stato rivendicato. I due attentatori, un uomo e una donna, sono stati uccisi, ha sempre detto Yerlikaya.
L’attacco è stato compiuto attorno alle 15:30 ora locale, le 14:30 da noi. Un video trasmesso dalla televisione turca ha mostrato una colonna di fumo e un uomo correre via con un fucile d’assalto in mano. Le immagini delle telecamere di sicurezza mostrano due persone armate all’interno della sede della società, un uomo e una donna, e un corpo steso sul pavimento all’ingresso. Durante l’attacco i dipendenti dell’azienda sono stati portati nei rifugi di sicurezza.
Quello della TUSAS è un grosso complesso industriale la cui proprietà è divisa fra il governo e le forze armate turche. Produce tra le altre cose aerei, elicotteri e droni sia militari che civili, fra cui i caccia F-16.
Mercoledì sera il ministro della Difesa Yaşar Güler ha detto che degli aerei turchi hanno colpito e «distrutto» più di 30 obiettivi legati al PKK in Iraq e in Siria dopo l’attentato alla sede della TUSAS.
Il PKK è un’organizzazione politica e paramilitare curda, che dal 1984 si oppone al governo della Turchia: in origine voleva ottenere uno stato indipendente per la minoranza dei curdi turchi, successivamente solo una maggiore autonomia. Anche l’Unione Europea e gli Stati Uniti la considerano un’organizzazione terroristica. In questi giorni in Turchia era in corso un dibattito sulla possibilità di riaprire delle trattative di pace con l’organizzazione. Il suo fondatore, Abdullah Öcalan, è in carcere dal 1999 e martedì uno dei principali alleati politici del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Devlet Bahceli, ha parlato in parlamento della possibilità di liberarlo nel caso in cui dichiarasse la fine delle attività del PKK.
Negli anni le azioni violente dell’organizzazione hanno causato la morte di decine di migliaia di persone.
Secondo l’osservatorio indipendente NetBlocks, dopo l’attacco in Turchia è stato limitato l’accesso alle piattaforme social come X, Instagram, Facebook, YouTube e TikTok.