Il governo ungherese ha chiesto al Parlamento Europeo la revoca dell’immunità da eurodeputata di Ilaria Salis

Ilaria Salis nell'aula del Parlamento Europeo, il 9 ottobre
Ilaria Salis nell'aula del Parlamento Europeo, il 9 ottobre (Alain Rolland/EP European Union 2024)

Martedì gli eurodeputati ungheresi di Fidesz, il partito del primo ministro
Viktor Orbán, hanno chiesto la revoca dell’immunità dell’eurodeputata italiana Ilaria Salis durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo in corso in questi giorni a Strasburgo, in Francia. A Salis erano stati revocati gli arresti domiciliari a Budapest lo scorso 14 giugno in conseguenza della sua elezione a eurodeputata con Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) alle elezioni dell’8 e del 9 giugno. Prima di passare agli arresti domiciliari, a maggio, Salis era rimasta per 15 mesi in carcere con l’accusa di aver aggredito dei neonazisti a una manifestazione di estrema destra a Budapest (accusa che ha sempre respinto).

Gli europarlamentari non possono essere arrestati o sottoposti a restrizioni della loro libertà per tutta la durata del mandato, tranne nel caso in cui vengano fermati in flagranza di reato, cioè mentre lo stanno commettendo: è per questo che Salis venne liberata. L’immunità può essere revocata in seguito a una richiesta di un’autorità competente di uno stato membro, come ha fatto l’Ungheria: la richiesta però dev’essere prima valutata dalla presidente del Parlamento, poi da una commissione competente, e solo a quel punto viene eventualmente votata dal Parlamento, dove per approvarla serve un voto a maggioranza. Repubblica scrive che il voto dovrebbe tenersi fra circa due mesi.

L’Ungheria è un paese guidato da un governo semiautoritario che si comporta con grande durezza con i suoi oppositori politici: per un’accusa tutto sommato limitata ma connotata politicamente Salis rischiava fino a 24 anni di carcere. Salis ha definito la richiesta di revoca dell’immunità una ritorsione per le sue critiche a Orbán.