Cosa succede ora in Moldavia?
L'approvazione del referendum sull'entrata nell'Unione Europea non avrà molte conseguenze pratiche, e il risultato delle presidenziali sarà deciso al ballottaggio
Domenica la presidente uscente della Moldavia Maia Sandu, filoeuropea, ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali con poco più del 42 per cento dei voti. Andrà al ballottaggio contro Alexandru Stoianoglo, il candidato del Partito Socialista, tradizionalmente filorusso, che ha preso il 26 per cento. Lo stesso giorno è passato per poche migliaia di voti il referendum che proponeva di inserire nella Costituzione moldava l’entrata nell’Unione Europea come un «obiettivo strategico» del paese.
L’approvazione del referendum non avrà conseguenze pratiche o immediate. La Moldavia è già candidata all’ingresso nell’Unione Europea, e lo scorso dicembre erano stati avviati i negoziati. La modifica alla Costituzione aveva quindi un significato perlopiù simbolico, e il referendum serviva soprattutto a legittimare le richieste delle forze politiche filoeuropee, tra cui principalmente Sandu, e indebolire quelle filorusse.
Anche per questo il quesito sulla scheda, ossia “Sei favorevole a modificare la Costituzione per consentire alla Repubblica di Moldavia di entrare nell’Unione Europea?”, era piuttosto generico. Il risultato è stato interpretato come un successo solo parziale per Sandu, dato che il referendum è stato approvato per soli 11mila voti.
Sandu sperava inoltre che la concomitanza con il referendum potesse favorire la sua candidatura alle elezioni presidenziali, ma non è riuscita a superare la soglia necessaria per essere rieletta al primo turno. La sua vittoria al ballottaggio, che si terrà il 3 novembre, non è scontata: Stoianoglo potrà contare su una parte dei voti e sul sostegno di vari candidati minori, anch’essi filorussi e di opposizione a Sandu, mentre la presidente uscente non ha un bacino di voti aggiuntivi da cui attingere.
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Entrambi i risultati sono stati influenzati da un’estesa campagna di disinformazione russa volta a contrastare i partiti e i candidati filoeuropei in Moldavia, tra cui principalmente Sandu, e impedire un ulteriore avvicinamento del paese all’Unione. Con tutta probabilità questi sforzi ora si concentreranno sul ballottaggio.
Negli ultimi mesi numerose inchieste giornalistiche e diverse indagini della polizia moldava avevano dimostrato l’esistenza di un’ampia rete di finanziamenti russi, usati sia per diffondere sui social disinformazione contro Sandu che per provare a comprare il voto di centinaia di migliaia di cittadini.
Secondo diverse testimonianze, queste operazioni sono continuate anche il giorno delle elezioni: a un seggio in Transnistria, il territorio che formalmente fa parte della Moldavia ma che da tempo si proclama indipendente ed è molto vicino alla Russia, una troupe della BBC ha sentito un’elettrice chiedere a uno dei volontari del seggio a chi poteva rivolgersi per essere pagata dopo aver depositato la sua scheda nell’urna. Quando la giornalista della BBC le ha chiesto se le fosse stato promesso un compenso per votare lei ha confermato e ha detto di essere stata ingannata da un uomo che le aveva promesso di pagarla ma che ora non si faceva più trovare. Non ha voluto dire per chi avesse votato, ma ha aggiunto che ad altri suoi amici e conoscenti era stata offerta la stessa possibilità.
Politico ha raccontato che le autorità russe avrebbero trasportato migliaia di persone alle due sezioni elettorali che erano state installate in territorio russo per far votare i cittadini moldavi all’estero. Davanti a queste due sezioni si sono create lunghissime e inattese file di persone, molte delle quali cantavano canzoni sovietiche. Secondo il ministero degli Esteri moldavo questo grande afflusso di elettori moldavi in Russia sarebbe stato «creato artificialmente per influenzare il processo elettorale».
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