L’ultima serie del creatore di Dragon Ball
Su Netflix sta uscendo “Dragon Ball Daima”, a cui Akira Toriyama lavorò prima di morire: ci sono Goku, Vegeta e gli altri
Il 18 ottobre è uscito su Netflix il primo episodio di Dragon Ball Daima, una nuova serie animata ambientata nell’universo narrativo di Dragon Ball, il popolarissimo manga scritto e disegnato da Akira Toriyama, uno dei fumettisti giapponesi più famosi e influenti di tutti i tempi, e diventato, tra gli anni Novanta e Duemila, una delle serie più seguite da bambini e ragazzi anche in Italia.
Attorno a Dragon Ball Daima c’era una certa attesa, anche perché è stato l’ultimo progetto a cui Toriyama aveva lavorato prima della sua morte, avvenuta lo scorso 1 marzo. È dichiaratamente una serie celebrativa, pubblicata in occasione dei quarant’anni dall’uscita del primo numero del manga, e che anche per questo motivo riprende alcuni elementi estetici delle primissime storie di Dragon Ball.
Gli episodi usciranno una volta a settimana, prima sulla piattaforma di anime Crunchyroll (che aveva trasmesso il primo episodio in anteprima l’11 ottobre, e che quindi è più avanti nella programmazione: mercoledì pubblicherà il terzo) e poi, sette giorni dopo, su Netflix. La casa di produzione Toei Animation non l’ha confermato, ma secondo diverse fonti la serie sarà composta da 20 episodi.
Toriyama aveva raccontato che, inizialmente, avrebbe dovuto partecipare alla serie soltanto come consulente, ma che alla fine il suo coinvolgimento è diventato più profondo: ha partecipato insieme ad altri autori (lo sceneggiatore Yuko Kakihara e l’animatore Katsuyoshi Nakatsuru) alla scrittura della trama, alla caratterizzazione dei personaggi e alla definizione delle ambientazioni. Anche per questo motivo, poco tempo prima della sua morte aveva descritto Dragon Ball Daima come un progetto a cui era molto affezionato.
Per chi fosse poco avvezzo al tema: pur avendo una storia piena di intrecci, personaggi e trame che a volte si sovrappongono, Dragon Ball racconta soprattutto la storia di Goku, un combattente che appartiene a una specie aliena di guerrieri, quella dei Saiyan, di cui sono rimasti pochissimi rappresentanti in tutto l’universo. Nel corso degli episodi a Goku e ai suoi compagni tocca più volte il compito di salvare il mondo dalle minacce di diversi nemici, ogni volta più forti, diventando anche loro più forti grazie ad allenamenti molto duri. Il nome della serie si riferisce alle cosiddette sfere del drago: sette sfere arancioni sparse per il mondo che, qualora riunite in un solo punto, permettono di evocare un drago, Shenron, in grado di realizzare tre desideri (nelle prime storie della serie poteva esaudirne soltanto uno).
Dal manga di Toriyama erano già state tratte due serie: Dragon Ball, andata in onda in Giappone tra il 1986 e il 1989, e Dragon Ball Z, trasmessa dal 1989 al 1996. Poi, tra il 2015 era il 2018, era andata in onda una terza serie animata supervisionata da Toriyama, Dragon Ball Super. A metà degli anni Novanta era stata prodotta anche un’altra serie animata intitolata Dragon Ball GT, su una storia originale totalmente slegata dagli eventi raccontati nel manga e ricordata con molto affetto da alcuni fan di Dragon Ball, anche se in molti la considerano non canonica.
Cronologicamente, Dragon Ball Daima si colloca prima degli eventi narrati in Dragon Ball Super e immediatamente dopo la fine di Dragon Ball Z: comincia subito dopo la sconfitta di Majin Bu, l’ultimo avversario di quella serie. Nel primo episodio viene introdotto un nuovo cattivo, che per tratti estetici e caratterizzazione ricorda in parte Pilaf, uno dei primissimi antagonisti della serie: si chiama Gomah, e viene presentato come il nuovo Re del regno dei Demoni (l’entità che, in Dragon Ball Z, era governata da Darbula).
Sintetizzando: a un certo punto, Gomah e il suo assistente Degesu vengono per la prima volta a conoscenza delle sfere del drago, e decidono di impossessarsene. Dopo averle radunate tutte, chiedono a Shenron di trasformare Goku e gli altri protagonisti della serie in bambini. Questo espediente narrativo è fondamentalmente una citazione: richiama sia le primissime storie di Dragon Ball, quelle in cui Goku era ancora un bambino, sia la trama di Dragon Ball GT, dove tornava a esserlo per via di un desiderio espresso usando le sfere del drago.
Finora la critica ha parlato benissimo di Dragon Ball Daima, apprezzandone la dinamicità delle sequenze, il modo in cui si riallaccia agli eventi di Dragon Ball Z e i rimandi all’estetica e ai personaggi tipici dei primissimi archi narrativi della serie. Isaiah Colbert di Gizmodo ha scritto che Dragon Ball Daima alterna «frammenti di tradizione sorprendentemente ispirati» a una messa in scena visivamente accattivante.
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